Nunzio Galantino, segretario generale della Cei (Siciliani)
«L'immigrazione rischia di essere ridotta a merce elettorale e affrontata in clima da tifo di stadio». Lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, nel corso della conferenza stampa per presentare le iniziative della Chiesa italiana in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che sarà celebrata domenica 14 gennaio.
Il vescovo ha chiesto invece un approccio diverso. «La Chiesa e le sue realtà - ha detto - non intendono sostituirsi alla politica e alla responsabilità di chi governa. Ma il rispetto per l'autonomia della politica non può impedire alla Chiesa - ha aggiunto Galantino - di annunciare il Vangelo, anche quello dove si dice: "Ero forestiero e mi avete accolto"». Certo, ha sottolineato, «sta a chi governa decidere strategie, livelli di interventi, modalità e politiche di accoglienza attraverso disposizioni legislative». Tuttavia il segretario generale della Cei ha detto di non sentirsi supplente della politica in materia di immigrazione, perché, ha spiegato, «il mio referente non è il politico di turno, ma il Vangelo e il Papa». Altrimenti, ha aggiunto, «dopo le batoste che ho preso da destra e da sinistra e anche da settori della Chiesa, mi chiederei "chi me lo fa fare?"».
E a proposito di papa Francesco, citando le 16 note con rimandi all'insegnamento di altri pontefici, contenute nel suo Messaggio per questa Giornata mondiale, Galantino ha commentato: «È pretestuoso il tentativo di far passare l'attenzione di papa Francesco alla realtà della migrazione come un'attenzione dell'ultima ora, riconducibile esclusivamente e colpevolmente all'attuale Pontefice». Questa è l'opera di «quanti - sconfitti dalla vita o comunque destinati ad essere infelici cronici - stanno lì, tutto il giorno, a cercare la "prova" che ha bestemmiato, per stracciarsi la veste e pretendere il crucifige».
IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO DEL PAPA
Il vescovo, citando l'esperienza positiva dei corridoi umanitari e della campagna avviata dalla Cei "Liberi di partire, liberi di restare", ha poi voluto rispondere anche all'obiezione secondo cui il tema dei migranti non paga. Le offerte per la Giornata sono invece in crescita: 475mila euro nel 2014, 497mila nel 2015, 543mila nel 2016 e anche nel 2017 (i dati non sono definitivi), il trend dovrebbe essere positivo.
Quanto ai numeri sulle migrazioni, don Giovanni De Robertis, direttore generale di Migrantes, ha smentito che in Italia sia in corso un'invasione. Gli immigrati sono 5 milioni, più o meno quanti sono gli italiani all'estero. E il primo numero è stabile da vari anni. Tra il 2012 e il 2017, 476mila hanno avuto la cittadinanza italiana. L'anno scorso ci sono stati 24mila matrimoni misti. I bambini immigrati sono 814mila, il 60 per cento dei quali nati in Italia, il che rende davvero incredibile che non sia andata in porto la legge sullo ius culturae, come hanno sottolineato sia De Robertis, sia il vescovo Guerino Di Tora. Gli immigrati, a parità di occupazione, guadagnano il 30 per cento in meno rispetto agli italiani.
Anche monsignor Guerino Di Tora, ausiliare di Roma e presidente della Commissione episcopale per le migrazioni, ha insistito sugli stessi concetti, illustrando i quattro verbi del Messaggio del Papa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti. «Nessuno si illude che sia facile, ma è una opportunità per crescere insieme. Le migrazioni non sono la fine del mondo ma l'inizio di un mondo nuovo».
Prima della conferenza stampa, in alcune dichiarazioni a margine, il segretario generale della Cei aveva commentato l'inizio della campagna elettorale, soprattutto in riferimento ad alcune promesse delle diverse forze politiche. «Occorre un sussulto di onestà, di realismo e di umiltà da parte di coloro che chiedono il nostro voto», aveva detto, concordando con il richiamo del presidente della Repubblica a fare proposte credibili. «Sono d'accordo con lui perché è d'accordo con il popolo e il popolo italiano – aveva concluso Galantino – ha le capacità per distinguere chi vende fumo da chi vuole mettere in cammino il Paese».
Al tema migratorio anche Tv2000 dedicherà una trasmissione di dieci puntate a partire da domenica 14 gennaio alle 19.30. Si chiama "italiani anche noi" ed è un viaggio alla scoperta delle Penny Wirton, le scuole di italiano per stranieri, gratuite, fondate dallo scrittore Eraldo Affinati e dalla moglie Luce Lenzi. «Integrazione - ha detto lo scrittore, intervendo alla conferenza stampa - non è dare solo il servizio, ma anche il sorriso».