Ansa
"Non c'è più posto per le armi nella storia dell'umanità!". È responsabilità di tutti, a cominciare dalle sedi politiche, scongiurare il ricorso allearmi. La Cei lancia un appello per la pace in Ucraina. Alla vigilia del summit dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, a Firenze, dal 23 al 27 febbraio, la Conferenza episcopale italiana sottolinea che "i popoli sono chiamati a convivere in pace. La cooperazione e il dialogo, accompagnati dalla diplomazia, siano regola e stile delle relazioni internazionali".
Va ricordato che anche il Papa all'Angelus di domenica ha speso parole importanti per la riconciliazione e la pace in Ucraina, chiedendo a tutti di pregare in silenzio. Lo stesso appello è stato condiviso e rilanciato anche dalla Commissione Episcopale per le Migrazioni (Cemi) della Fondazione Migrantes che è vicina agli oltre 2000 italiani che vivono e lavorano in Ucraina e ai circa 250 mila migranti ucraini presenti nel nostro Paese sia cattolici di rito orientale che ortodossi: una presenza importante nella vita delle nostre
Chiese, per il dialogo ecumenico ma anche per la vita sociale ed economica del nostro Paese.
Pubblichiamo di seguito il testo integrale della nota:
Quanto sta accadendo al confine tra Ucraina e Russia preoccupa il mondo intero. Il rischio concreto di una guerra – o anche solo l’ipotesi che si possa scatenare un conflitto – turba gli animi, scuote le coscienze, aggiunge preoccupazioni alle tante che l’umanità sta già vivendo per la pandemia e per le altre “pandemie” che attraversano il pianeta: povertà, malattie, mancanza di istruzione, conflitti locali e regionali… È responsabilità di tutti, a cominciare dalle sedi politiche nazionali e internazionali, non solo scongiurare il ricorso alle armi, ma anche evitare ogni discorso di odio, ogni riferimento alla violenza, ogni forma di nazionalismo che porti al conflitto.
Non c’è più posto per le armi nella storia dell’umanità! È la convinzione che ci muove alla vigilia dell’Incontro dei Vescovi e dei Sindaci del Mediterraneo che si terrà a Firenze dal 23 al 27 febbraio.
I popoli sono chiamati a convivere in pace. La cooperazione e il dialogo, accompagnati dalla diplomazia, siano regola e stile delle relazioni internazionali. E nel giorno in cui ricordiamo i santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, facciamo appello alle comuni radici nella fede cristiana, che è messaggio di pace, affinché nel Vecchio Continente ci sia sempre convivenza rispettosa, collaborazione sul piano economico, rispetto e dialogo duraturi.
La pace è un bene prezioso al quale l’umanità non può e non deve mai rinunciare. Invochiamo il Signore nostro Gesù Cristo, principe della pace, e la Vergine Santissima, particolarmente venerata in Ucraina nella Basilica della Madre di Dio di Zarvanytsia, perché sia risparmiato un terribile flagello. Invitiamo tutte le Chiese d’Italia ad unirsi a questa intenzione di preghiera.
La Presidenza CEI