Anche quest’anno sono stati inviati per la diffusione ai Cappellani militari nei diversi reparti in Italia e in tutti i teatri operativi all’estero i nuovi calendari 2021 dell’Ordinariato militare (Omi), la cui realizzazione è avvenuta mediante la collaborazione dello stesso Ordinariato con l’Ufficio Missio della Cei.
Il modello tascabile del calendario, rende noto l’Omi, riporta l’immagine di padre Gianfranco Chiti, ufficiale dei granatieri di Sardegna poi diventato frate minore cappuccino. È in corso il processo canonico di beatificazione.
La fase diocesana si è chiusa il 30 marzo 2019 nel Duomo di Orvieto con una solenne cerimonia. Molti, a Rieti, ricordano le sue omelie appassionate, il suo parlare con grande impeto e al tempo stesso con un’affabilità tutta francescana di quel Dio che lo aveva “fulminato” in età ormai più che adulta: padre Gianfranco Maria Chiti (1921-2004) , che nei primi anni Ottanta era di casa a Rieti, al convento di Colle San Mauro, al saio dei cappuccini era approdato dopo aver lasciato la divisa militare che lo aveva accompagnato sin da giovane, congedandosi da generale dell’Esercito. E nella Cattedrale reatina di Santa Maria venne ordinato sacerdote dall’allora vescovo Francesco Amadio.
Nel frontespizio del calendario da tavolo campeggia invece l’immagine del patrono dei cappellani militari di tutto il mondo: san Giovanni da Capestrano, tratta dal monumento collocato nel piazzale antistante il Convento San Francesco d’Assisi a Capestrano nell’Aquilano.
Francescano come padre Chiti Giovanni da Capestrano era infatti un frate minore originario dell’Abruzzo vissuto tra il 1386 e il 1456. Il papa di allora Callisto III lo inviò suo legato in Austria, in Baviera, in Polonia, dove si allargava sempre di più la piaga degli Ussiti. In Terra Santa promosse l'unione degli Armeni con Roma.
Aveva settant'anni, nel 1456, quando si trovò alla battaglia di Belgrado investita dai Turchi. Per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo. Ma tre mesi dopo, il 23 ottobre 1456, Giovanni moriva a Villaco in Austria (oggi Ilok, in Croazia). È stato canonizzato da papa Alessandro VII il 16 ottobre 1690. Nel 1984 il papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono dei cappellani militari di tutto il mondo.
Per l’ordinario militare l’arcivescovo Santo Marcianò «san Giovanni da Capestrano fu “ministro di pace” perché uomo “in” pace, “armato” solo di dialogo elevato ad arte diplomatica, nel rispetto e nella valorizzazione di ciascuno. La sua cultura, poi, riempiva di contenuti la predicazione, diventando forza educativa».
Forte infine l’accenno di Marcianò al cappuccino Chiti di cui quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita: «Ha dato la vita in nome della dignità dell’uomo da salvaguardare sempre e in nome di Dio che chiede ai militari di rispettare difendendo e promuovendo la persona umana».