La comunità monastica di Bose in provincia di Biella
Fratel Enzo Bianchi si è dimesso da priore della Comunità di Bose (Biella) e gli subentra nella carica fratel Luciano Manicardi. In un comunicato divulgato sul sito della Comunità, Bianchi, citando un passo dal commento di sant’Agostino al Salmo 41 («Quando chi porta il peso è affaticato, lascia il primo posto e un altro gli succede»), scrive: «Questo commento... è sempre stato da me meditato, e con queste parole iniziavo la lettera di dimissioni previste nel 2014, alla fine della visita fraterna iniziata a gennaio e terminata a maggio e dopo la revisione economica affidata a una competenza esterna alla comunità. I visitatori fraterni mi hanno chiesto di restare ancora, anche per portare a compimento lo Statuto della comunità, e così ho continuato a presiedere, ma avvertendo più volte i miei fratelli e le mie sorelle che erano gli ultimi mesi del mio servizio e assentandomi sovente, affinché potessero imparare a continuare a vivere senza la mia guida».
Continua Bianchi: «Nella storia di ogni nuova comunità monastica il passaggio di guida dal fondatore alla generazione seguente è un segno positivo di crescita e di maturità. Scrive l’Apostolo: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere” (1Cor 3,6). La vita continua, la fondazione è stata feconda e di questo ringraziamo il Signore, attendendo il suo giudizio alla fine della storia».
Accanto a questo comunicato, un altro testo sempre di Enzo Bianchi recita: «Oggi, nella festa dei santi abati di Cîteaux, i fratelli e le sorelle professi della comunità, riuniti per il consiglio generale annuale, hanno proceduto – alla presenza del garante esterno p. Michel Van Parys osb, già abate di Chevetogne – all’elezione del nuovo priore secondo quanto previsto dallo Statuto approvato dal vescovo di Biella Gabriele Mana. Ho la grande gioia di annunciarvi che è stato eletto fratel Luciano Manicardi. La comunità, in grande pace, ringrazia il Signore per la sua fedeltà e chiede a tutti voi di partecipare alla nostra gioia e alla nostra preghiera».
Semeraro: come la regola di Paolo VI
«Un gesto di grande rispetto e profondo amore verso la comunità monastica». Così monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio di cardinali (C9), commenta all’agenzia Sir le dimissioni di fratel Enzo Bianchi da priore del Monastero di Bose. «Apprendo con commozione ed emozione la notizia della scelta di fratel Enzo, al quale sono legato da amicizia. È un gesto che esprime un grandissimo senso di paternità. Nel codice generativo, infatti, il lasciar andare dà compimento alla paternità spirituale. Massimo Recalcati ricorda che due sono le parole più importanti sotto il profilo genitoriale: eccomi e vai». Queste «sono parole inscritte nel nostro dna: la madre deve accettare che il figlio si stacchi dal suo grembo». Nella scelta di Bianchi, sottolinea il vescovo, «si può intravvedere anche un insegnamento spirituale di una norma canonica. Quella di Paolo VI che fissa al compimento del 75° anno di età la rinuncia agli incarichi pastorali. Enzo Bianchi compirà 75 anni il prossimo anno. Egli certamente non è un vescovo, ma è un padre. La sua decisione la vedo come l'altra faccia della medaglia (spirituale e carismatica) della norma canonica voluta da Paolo VI».