La Città del Vaticano; - Siciliani
L’emergenza Covid continua a pesare sui conti della Santa Sede che prevede, per il 2022, un deficit di 33,4 milioni di euro. Inferiore comunque a quanto previsto lo scorso anno per il 2021. È quanto risulta dal bilancio preventivo pubblicato ieri. Nel presentarlo, la Santa Sede fa sapere che il perimetro degli enti inclusi si è allargato di 30 unità, portando a 90 il numero delle istituzioni presenti nel budget. Ad esempio entrano nel bilancio consolidato l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, le quattro Basiliche papali di Roma e i santuari di Loreto, Pompei e Padova. Con i nuovi confini si registrano entrate per 769,6 milioni di euro e uscite per 803 milioni di euro, con un deficit totale appunto di 33,4 milioni di euro, rispetto ai 42 milioni di euro previsti lo scorso anno.
Rispetto alle previsioni dello scorso anno, riferite alle iniziali 60 realtà considerate, la spesa raggiunge un’ulteriore contrazione, scendendo di 4 e attestandosi sui 289 milioni di euro. Con il nuovo perimetro, aumenta di 10 milioni di euro. La maggior parte delle risorse dedicate alla missione apostolica sono destinate a sostenere le chiese locali in difficoltà e in contesti specifici di evangelizzazione (21%); comunicare il messaggio della Santa Sede (16%); preservare la sua presenza nel mondo (16%); supportare il culto e l’evangelizzazione (16%); promuovere la carità (9%).
L’Obolo di San Pietro, ovvero le donazioni che arrivano da tutto il mondo per la carità del Papa, è ancora in calo. I conti dello scorso anno non sono chiusi ma «grosso modo, posso dire che nel 2021 c’è stato di nuovo un calo rispetto all’anno precedente, che oserei quantificare in non meno del 15%». Lo spiega ai media vaticani il prefetto della Segreteria per l’Economia (SpE), il gesuita Juan Antonio Guerrero Alves. «Se nel 2020 – specifica – l’incasso totale dell’Obolo era di 44 milioni di euro, nel 2021 non credo che sarà più di 37 milioni di euro».
Nell’intervista padre Guerrero riferisce inoltre che il "ministero" dell’Economia della Santa Sede pensa a puntare, per un aumento delle entrate, sull’ampliamento della quota di immobili che danno redditività, limando gli spazi occupati dagli uffici della Curia. E annuncia che il palazzo di Londra al centro del processo in corso in Vaticano è stato alienato.
«Il contratto di vendita – spiega – è stato firmato, abbiamo ricevuto il 10% del deposito e tutto sarà concluso nel giugno 2022». «La perdita della presunta truffa, di cui si è parlato molto e che ora è sottoposta al giudizio dei tribunali vaticani – aggiunge –, era già stata presa in considerazione nel bilancio». Il prefetto della SpE non rivela il prezzo pattuito ma puntualizza che «l’edificio è stato venduto al di sopra della valutazione che avevamo in bilancio e della valutazione fatta dagli istituti specializzati».
Nell’intervista rilasciata ai media vaticani padre Guerrero ribadisce che compito del dicastero da lui presieduto è quello «aiutare l’economia della Santa Sede a soddisfare i suoi bisogni, facendo attenzione che l’attività economica non distragga o tolga credibilità alla missione di aiutare l’unità nella carità, e alla missione evangelizzatrice della Chiesa». E sottolinea che il risultato più importante ottenuto nell’ultimo anno è il «contenimento delle spese, senza ridurre la carità del Papa, ma anzi aumentandola», con, ad esempio, «vaccinazioni per i senzatetto» e «aumento degli aiuti alle Chiese bisognose».