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La Parola d’amore di Dio in mezzo a tante parole di odio e di lacerazione. Vuole essere questo la nuova edizione in arabo della Bibbia “Scrutate la parola”, pubblicata da San Paolo e presentata nei giorni scorsi a Roma, presente il patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, oltre a diversi altri vescovi del Medio Oriente e al superiore generale della Società San Paolo, don Domenico Soliman. E proprio il porporato, che con la sua Chiesa si trova a vivere la stagione forse più difficile degli ultimi decenni, ha rimarcato il valore di questa iniziativa editoriale e non solo. «La nuova versione della Parola di Dio in arabo è molto importante – ha detto - perché, soprattutto nel nostro contesto diviso e lacerato, dove ci sono tante parole di disprezzo, odio, rifiuto, sfiducia, dove l’altro non è il prossimo da amare e perdonare, ma una minaccia da eliminare, quando tutto questo è così profondo radicato nelle nostre anime e culture locali -, avere questa capacità di arrivare alla Parola di Dio senza troppe mediazioni, nella propria lingua, apre prospettive e vie sempre nuove e sempre diverse. Certo – ha proseguito Pizzaballa -, ciò non toglie nulla al dolore e alla sofferenza, ma non lascia spazio all’odio, al rancore, al disprezzo perché è Parola viva, che è come una sorgente dalla quale si possono tirare fuori tesori nuovi e antichi, quelle parole di perdono di cui abbiamo estremo bisogno».
La Bibbia “Scrutate le Scritture” correda con introduzioni, note e passi paralleli la versione araba del testo biblico già esistente (l’Antico Testamento è stato tradotto dai Gesuiti mentre il Nuovo Testamento dai Maroniti). Le circa 400 note tematiche potranno aiutare i fedeli di lingua araba al fine di aiutarli a scrutare le Scritture e a meditarle con più profondità. L’edizione sarà distribuita in diversi Paesi: Egitto, Giordania, Iraq, Israele, Libano, Marocco, Palestina, Siria, Sudan e in tutte le comunità della “diaspora”. «Nella traduzione – spiega don Francesco Voltaggio, che ha lavorato a stretto contatto con il maronita abuna Jean Azzam, direttore del progetto - abbiamo tenuto conto dell’importanza di adattare la traduzione al mondo arabo, come anche alla ricchezza e alla sensibilità delle chiese orientali, alle quali la maggior parte dei fedeli in lingua araba appartengono. La traduzione è stata poi realizzata con un’attenzione speciale ai Padri della Chiesa, che uniscono tutte le Chiese, e al sottofondo della Bibbia, nata proprio in Oriente. Oltre a ciò, le note sono aggiornate alle ultime scoperte archeologiche, valorizzando in particolare i luoghi santi del Medio Oriente».
«Siamo stati divisi da un muro, negli ultimi tempi entrambi sotto la guerra, ma abbiamo continuato a lavorare» dicono entrambi. Sono convinti che «anche se l’iniziativa non è legata agli eventi attuali possa aiutare i cristiani arabi, in Terra Santa e nel mondo. Ci auguriamo», spiegano, «che la conoscenza soprattutto del Vecchio Testamento aiuti a essere testimonianza per gli altri. Quanto più grandi sono le tenebre, tanto più risplende la luce e si potrà essere operatori di pace».
La presentazione della Bibbia è avvenuta nel giorno in cui si ricordava la memoria liturgica del beato Giacomo Alberione, fondatore della famiglia paolina. E alla sua intercessione è stato affidato anche il processo di pace nel tormentato Medio Oriente. «I tempi non saranno brevi – ha detto Pizzaballa - ma dobbiamo pensare che le persone che si combattono oggi sono le stesse che dovranno convivere domani. La missione principale che vedo per noi in Terra Santa è dire agli altri, ai nostri fratelli musulmani e ebrei parole di riconciliazione, di vita, di pace, parole che ricostruiscono». «Ebrei e musulmani, ha aggiunto il patriarca, non si parlano più, ma sottobanco ci dicono se ci siete anche voi cristiani possiamo incontrarci, allora lì noi cristiani siamo chiamati a dire una parola di speranza, cioè quella Parola che è il fondamento della nostra speranza». Alla presentazione hanno preso parte cinquanta persone di lingua araba arrivate dalla Terra Santa. A don Domenico Soliman ha consegnato 50 copie dell’edizione da portare con sé nel ritorno a casa. Un dono prezioso perché, come ha ricordato monsignor Michel Aoun, vescovo di Byblos (presente all’evento con monsignor Michel Jalakh, del dicastero delle Chiese orientali e con il vicario copto cattolico del Cairo, monsignor Hani Bakhou, Kiroulos), «è un segno di pace e speranza che può essere seminato nel cuore degli uomini e delle donne che vivono nella guerra».
Significativo, dunque, che la nuova versione in lingua araba della Bibbia sia stata presenta dai paolini questa mattina - 27 novembre - a papa Francesco a margine dell’udienza generale, assieme alla «Bibbia del Giubileo». Da parte sua il Pontefice ha ringraziato per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di «far conoscere la Parola di Dio».