Il cardinale Gualtiero Bassetti - Agenzia Romano Siciliani / Cristian Gennari
I vescovi italiani auspicano che il Parlamento in seduta comune per eleggere il nuovo capo dello Stato sappia “cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese”. E questo “nell’interesse generale”. A farsene portavoce è il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, che ha aperto con la sua introduzione il Consiglio Permanente riunito a Roma per la sessione invernale. Il porporato ha toccato diversi punti dell’agenda sociale ed ecclesiale di questo periodo, soffermandosi sull’apporto che i giovani possono dare alla vita del Paese, sulla necessità di non lasciare indietro i poveri, sulla necessità di non chiudersi di fronte alle situazioni internazionali di necessità e definendo “preoccupante” l’iniziativa referendaria che mira a liberalizzare l’omicidio del consenziente.
Bassetti ha tenuto il suo discorso quando le operazioni di voto per eleggere il successore di Sergio Mattarella era iniziate da poco più di un’ora. E naturalmente ha fatto intendere che l’occhio dei vescovi, tra un punto e l’altro del loro odg sarà anche puntato su questo importante e delicato passaggio istituzionale. Per questo il cardinale ha rilevato: "Lo spirito unitario che anima la stragrande maggioranza degli italiani ha trovato finora un interprete coerente e disinteressato nella persona di Sergio Mattarella, il cui esempio di uomo e di statista si pone ora come un limpido punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione. A lui rinnoviamo il nostro saluto rispettoso e grato".
Ricordata anche la figura di David Sassoli: "Nel suo impegno professionale e come uomo delle istituzioni europee - ha rimarcato il presidente della Cei, egli si è sempre speso per una società più solidale e più attenta ai bisogni dei giovani e degli ultimi, sostenendo in ogni sede la necessità di abbattere muri e costruire ponti". Di questo, infatti, ha aggiunto Bassetti, "c’è urgente bisogno in un momento in cui le tensioni e i conflitti si sono fatti particolarmente acuti anche vicino a noi". E ha ricordato che gran parte delle guerre sono in corso attorno al bacino del Mediterraneo.
Tornando alla situazione interna del Paese, il porporato non ha mancato di sottolineare che "non mancano certo le ragioni di preoccupazione per la salute pubblica, per l’economia e, più in generale, per la tenuta sociale del Paese". Inoltre anche tra i fedeli "vediamo annidarsi e talvolta manifestarsi, in modo scomposto, il segno tangibile della paura. Si coglie - ha proseguito Bassetti - un timore profondo non solo per il presente, ma anche per il futuro. Molti, soprattutto tra i giovani, si sentono defraudati di qualcosa che invece sarebbe stato accordato ad altre generazioni del passato". Diventa perciò urgente ascoltare la realtà, così come del resto la Chiesa italiana sta facendo con il Cammino sinodale. Ascoltare con fede, speranza e carità, ha esortato Bassetti. E tra i primi a dover essere ascoltati sono i giovani. "Le statistiche sono indubbiamente preoccupanti - ha fatto notare -: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. In Italia la povertà cresce al diminuire dell’età. Oltre l’80% delle diocesi segnala la prevalenza di povertà e bisogni legati al mondo giovanile". I giovani, inoltre, sono "forse sono i più colpiti dalla pandemia, ma possono anche essere gli artefici di questo cambiamento d’epoca, di questa inversione di tendenza. Lo dimostra la loro voglia di partecipazione e di impegno solidale che abbiamo riscontrato proprio in questo tempo di emergenza con l’arrivo di migliaia di nuovi volontari, sotto i 34 anni, nelle nostre reti Caritas". I giovani, ha detto ancora il presidente della Cei, "sono la primavera del Paese e del Continente. A noi il compito di accompagnarli e sostenerli; convinti che senza primavera non si va avanti. Sono certo di esprimere un pensiero condiviso: le nostre Chiese guardano al futuro e fanno affidamento sui giovani e sulla riserva di grande speranza che ciascuno di loro incarna, nei sogni di pace, giustizia, solidarietà e bontà. Avremo modo di toccare con mano questa ricchezza durante l’incontro di Papa Francesco con gli adolescenti italiani, in programma a Roma il 18 aprile 2022".
Il presidente della Cei ha poi voluto lanciare l'allarme per quanto riguarda le conseguenze economiche della pandemia sulla vita quotidiana delle famiglie. "Basti pensare - ha detto - all’impatto della questione energetica sull’andamento dei prezzi. L’inflazione in crescita sta suscitando tanto allarme sociale anche perché, se non la si contiene entro limiti fisiologici, essa può diventare una forma occulta e iniqua di tassazione che colpisce soprattutto i redditi medio-bassi, i più esposti all’aumento dei prezzi al consumo. È giusto quindi che le Istituzioni mettano in campo i rimedi possibili a tutela dei più deboli, tanto più a frontedel vistoso incremento delle disuguaglianze provocato dalla pandemia". Infine sul punto ha annunciato: "Come vescovi Non possiamo stare a guardare. In questi anni ho potuto toccare con mano l’impegno dell’Episcopato italiano, ma credo che ora serva un qualcosa di più".
Volgendo poi il suo sguardo all'estero, il cardinale ha proseguito: "La situazione geopolitica internazionale sta precipitando: pensiamo, in modo particolare, all’Ucraina. Il Papa ha proposto che il 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace. Come Chiesa in Italia, accogliamo questa proposta che vivremo, in modo collegiale, durante questa sessione del nostro Consiglio". Non è mancato quindi un riferimento all’Incontro sul Mediterraneo che riunirà a Firenze, dal 23 al 27 febbraio, Vescovi e Sindaci di Paesi del Mare Nostrum, a due anni dalla prima edizione svoltasi a Bari. Esso va "proprio nella direzione di una rinnovata attenzione e di un impegno di dialogo, fondamentali per costruire percorsi di fratellanza. Non possiamo voltarci dall’altra parte, perché la questione ci riguarda: gesti decisivi, come la firma del Trattato contro le armi nucleari,possono aprire grandi orizzonti".
Sottolineata anche la difesa della vita umana. "Preoccupa, in questo senso, l’iniziativa referendaria che punta a liberalizzare l’omicidio del consenziente facendo leva su situazioni che richiederebbero ben altro tipo di risposte. È in queste situazioni di estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita". E pensando alla vita, il cardinale ha rinnovato l'appello per i vaccini antiCovid-19 per tutti. Specie per i Paesi più poveri.
Bassetti ha avuto parole di ringraziamento per i sacerdoti e anche per i laici, oltre che per quelle categorie come i medici che da due anni sono in prima linea contro la pandemia. Ai sacerdoti in particolare ha rivolto "un pensiero paterno". "Le nostre parole diventano una carezza e un sostegno: in questo tempo continuate a dimostrare la fedeltà al Signore, vivendo la vostra vocazione, pur immersa nelle molteplici difficoltà". "Quanto bene avete diffuso e state diffondendo! - ha aggiunto - Come Gesù siete stati vicini ai più deboli, a coloro che hanno lottato nella solitudine. Avete trasmesso spesso la tenerezza, avete accolto il dono dell’altro e, come Gesù, siete stati dono per tutti sulle strade del mondo. Avete asciugato le lacrime di chi chiedeva conforto, avete stretto le mani di chi non ce l’ha fatta e avete impartito la benedizione. Avete incoraggiato chi si è fermato per strada, chi ha svelato le proprie ferite: vi siete inginocchiati, talvolta, davanti alle fragilità e avete pregato insieme, per rendere tangibile l’amore eterno di Dio per l’umanità. Vi siete adoperati in ogni modo e in ogni tempo, facendo sperimentare al popolo affidatovi dal Signore, che poteva contare sempre su di voi. Nonostante le difficoltà reali, avete attinto dalla relazione con Dio in Cristo la forza per portare ovunque, animati dallo Spirito, annunci di gioia, di speranza, di senso, di prossimità".