giovedì 7 dicembre 2017
Grande esperto di bioetica è diventato sacerdote a 44 anni, dopo avere esercitato la professione medica per dodici.
Il nuovo arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit

Il nuovo arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit

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Il nuovo pastore che veglierà sulla «salute spirituale» dei parigini sarà un uomo che aveva a lungo già curato pure i malesseri del corpo. Per guidare l’arcidiocesi della capitale di Francia, papa Francesco ha scelto monsignor Michel Aupetit, attuale vescovo di Nanterre, nella stessa regione parigina. Succederà il prossimo 6 gennaio al cardinale André Vingt-Trois, che il mese scorso ha raggiunto il limite dei 75 anni, dopo mesi tribolati segnati in particolare da un lungo ricovero. L’annuncio, in contemporanea con la Sala Stampa vaticana, è stato dato in entrambe le diocesi francesi.

Prima di entrare in Seminario in età adulta ed essere ordinato sacerdote a 44 anni, Michel Aupetit aveva esercitato per 12 anni la professione di medico generico nella banlieue parigina di Colobes nella parte a nord della Capitale. Il nuovo arcivescovo è nato a Versailles il 23 marzo 1951 e quindi ha 66 anni compiuti. Come detto si tratta di una vocazione adulta: entra in Seminario nel 1990 a 39 anni d’età. Viene ordinato sacerdote il 24 giugno 1995 e viene incardinato nell’arcidiocesi di Parigi. Nella regione della Capitale, ha poi assunto tutti i successivi ministeri pastorali: vicario della parrocchia Saint-Paul-Saint-Louis e cappellano dei Licei del quartiere del Marais (François Couperin, Charlemagne et Saint-Germain, Victor Hugo) dal 1995 al 2001; parroco di Notre-Dame de l’Arche d’Alliance dal 2001 al 2006; decano del decanato Pasteur-Vaugirard dal 2004 al 2006. Proprio nel 2006, il cardinale Jean-Marie Lustiger aveva voluto Michel Aupetit come vicario generale dell’arcidiocesi. Poi, il 2 febbraio 2013, giunge la nomina a vescovo ausiliario della Capitale con l’ordinazione episcopale il 19 aprile 2013. Il 4 aprile 2014 viene trasferito nella diocesi di Nanterre, diocesi che accoglie anche il quartiere direzionale della Défense, ovvero il cuore transalpino degli affari e della finanza.

Alla luce del percorso personale dell’arcivescovo eletto di Parigi, la sua nomina è considerata come una scelta all’insegna della continuità. Ma al contempo, il percorso del presule colpisce per la varietà eccezionale delle responsabilità ricoperte in poco più di un ventennio di sacerdozio. Sul piano nazionale, presso la Conferenza episcopale transalpina, monsignor Aupetit è stato eletto quest’anno alla guida del Consiglio «per la famiglia e la società», incaricato anche di molte delle questioni fra etica e politica che hanno agitato negli ultimi anni il dibattito politico e sociale in Francia, spingendo migliaia di fedeli a scendere in piazza nel corso della scorsa legislatura, contro il «matrimonio per tutti» voluto dall’allora esecutivo a guida socialista.

Il presule è stato anche il referente episcopale dei «Cantieri del Cardinale», organismo incaricato fra l’altro della costruzione di nuove chiese nelle otto diocesi della regione parigina. Inoltre, a livello diocesano, monsignor Aupetit ha presieduto Radio Notre-Dame, importante emittente radiofonica, e la Commissione per l’arte sacra. Fra le responsabilità passate, pure quella di cappellano per i licei del quartiere parigino del Marais.

Ma è la bioetica il principale campo di predilezione a cui il presule ha dedicato una mezza dozzina di volumi, su temi come la contraccezione, le minacce sull’embrione, il fine vita, intervenendo non di rado nel dibattito pubblico. Sono temi sui quali Michel Aupetit ha pure insegnato per un decennio fino al 2006 presso l’Ospedale universitario di Créteil, prima di essere invitato dal cardinale Vingt-Trois a coordinare l’unità di riflessione bioetica dell’arcidiocesi.

In una recente intervista al settimanale Famille chrétienne dedicata proprio alla bioetica, l’arcivescovo eletto si era espresso con la franchezza e l’incisività che tutti gli riconoscono: «La coscienza è come sotto anestesia nel nostro Paese. Ma essa riemergerà, in un modo o nell’altro». Fra le qualità personali più spesso citate nelle ultime ore, figurano pure la giovialità e uno spiccato dono di buon gestore diocesano.

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