Un cuore solo e migliaia di occhi puntati su quel tabernacolo. L’Eucarestia ha richiamato a Liverpool, nell’arena già magazzino di uno dei porti più importanti della Rivoluzione industriale, diverse migliaia di cattolici inglesi e gallesi. Ad “Adoremus”, il secondo congresso eucaristico nazionale della storia britannica, questa Chiesa perseguitata fino agli inizi dell’800 ritrova se stessa per fare un bilancio. Libera e con un posto sicuro nella sfera pubblica, oggi deve fare i conti con la secolarizzazione.
Dietro al Santissimo domenica 9 settembre hanno sfilato, nella processione che conclude questa tre giorni cominciata venerdì, il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, il vescovo Robert Byrne, ausiliare di Birmingham e presidente del Congresso, e l’arcivescovo di Liverpool Malcolm Mc-Mahon. In una manifestazione di spirito ecumenico, li hanno accompagnati i leader di quelle Chiese protestanti che, 110 anni fa, si opposero alla processione eucaristica pubblica. Insieme a 5.000 fedeli, per due chilometri, nelle strade della città dei Beatles, seguiranno l’Eucarestia il vescovo anglicano di Liverpool Paul Bayes, la metodista Sheryl Anderson, l’arciprete della Chiesa ortodossa di Antiochia Gregory Hallam, padre Peter Farrington della Chiesa copta e altri.
Da Roma sono arrivati anche l’arcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i congressi eucaristici internazionali e il segretario padre Vittore Boccardi.
Il tema al centro della prima giornata è stato l’importanza dell’Eucaristia nella vita delle parrocchie, degli ospedali e delle prigioni. Relatori e partecipanti hanno testimoniato un ritorno dell’adorazione eucaristica. Julie Rourke, ispettrice dell’insegnamento della religione nelle scuole primarie dell’arcidiocesi di Liverpool, ha affrontato il tema di come insegnare ai bambini a pregare davanti all’Eucarestia. Un intervento al quale hanno assistito centinaia di presidi, maestre e professori. Nel Regno Unito, infatti, la Chiesa cattolica gestisce direttamente, nominando i presidi, 2.134 scuole pubbliche primarie e secondarie, finanziate al 90% dallo Stato, dove 825.840 alunni ricevono, ogni settimana, almeno un’ora di insegnamento della religione. Sono istituti che hanno molto successo e attirano, in una media che raggiunge e supera il 30%, anche scolari di altre religioni.
Julie Rourke ha cominciato il suo intervento rivolgendosi a genitori e insegnanti e, facendo suonare una canzone dedicata a Gesù, ha introdotto uno dei mezzi più efficaci per avvicinare i più piccoli all’Eucarestia: la musica. «È molto importante scegliere uno spazio in cui i bambini possano fare esperienza dell’adorazione, che può essere a scuola, in oratorio o in chiesa e ci vuole un periodo di tempo in silenzio, senza interruzioni, con Gesù» ha detto Rourke, «ed è importante che in quello spazio ci ritroviamo insieme come comunità. Ricorderà ai bambini l’esperienza della Messa e la familiarità li aiuterà». «Attenzione all'età – ha detto ancora la Rourke – piccoli di sei anni possono sedersi in silenzio per cinque o anche dieci minuti, un periodo probabilmente troppo lungo per un tredicenne. È importante limitare il tempo ed aumentarlo gradualmente e non partire subito con un’ora». Essenziale anche far sedere i bambini in una posizione che consenta loro di vedere bene il Santissimo e dar loro la possibilità di concentrarsi su quella prospettiva, usando delle candele o della luce soffusa. «Bisogna comunicare ai bambini l’importanza di questo momento, usare passaggi delle Scritture, ma anche comunicando loro sentimenti di calore, unità e sicurezza». La Rourke ha concluso con altri consigli pratici. Spiegare tutto bene ai bambini, compresa la genuflessione. Usare litanie o invocazioni ripetitive che piacciono ai più piccoli. Collegare i passaggi di Scrittura alle stagioni o ad altri momenti significativi della vita dei bambini. Consentite anche immagini proiettate sul muro purché non diventino una distrazione.