Quando partì tredici anni fa il Corso internazionale di esorcismo e preghiera di liberazione, il primo nel suo genere al mondo, voleva essere un’iniziativa molto discreta. Scatenò invece una curiosità e un’attenzione mediatica che non è mai venuta meno. Da allora, a ogni edizione non si contano gli articoli e i rilanci nelle lingue più disparate. Segno, come dicono alcuni, che la Chiesa parla troppo poco del demonio nella sua azione pastorale? Può essere.
Di sicuro la partecipazione in crescita all’iniziativa da parte di sacerdoti e anche laici da tutto il mondo – a questa edizione sono presenti in 260 – testimonia una forte richiesta di formazione e di indicazioni chiare e dottrinalmente solide. Il corso è da sempre organizzato a Roma dall’Istituto Sacerdos del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, dei Legionari di Cristo, in collaborazione con il Gris (Guppo di ricerca e informazione socio-religiosa).
Lunedì è avvenuta l’apertura con la lectio del cardinale Ernest Simoni, seguita dagli interventi di Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, su «Il ruolo del vescovo nel ministero dell’esorcismo»; di Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, su «L’esorcismo ministero di misericordia e consolazione nello smarrimento della società contemporanea »; dalla relazione di padre Pedro Barrajón, del Regina Apostolorum, su «Angeli e demoni nella Sacra Scrittura e nel Magistero della Chiesa» e di altri. Fra gli interventi che si sono susseguiti ieri e che continueranno fino a sabato anche quello di un altro vescovo, Raffello Martinelli, della diocesi di Frascati, poi dei padri domenicani Ciro Bova e François Dermine, del sacerdote tedesco Helmut Moll, che fu allievo di Joseph Ratzinger a Ratisbona, e di una lunga serie di esperti di demonologia e di scienze umane che possono toccare in qualche modo la demonologia stessa. «In questi tredici anni se c’è una cosa che è cambiata è appunto questa» dice padre Barrajón, tra gli ideatori originari del corso e rimasto fra gli organizzatori, «il programma si è aperto all’apporto di discipline – dalla psicologia, al- la criminologia, alla farmacologia, vedi il tema delle droghe – che aiutano a disegnare un quadro ampio dell’azione demoniaca o a discernere dove questa non è realmente presente.
Costante invece è sempre stata l’attenzione al mondo dell’occultismo, dei saperi magicoesoterici e dei culti satanici o para-satanici. La novità di quest’anno è una serie di approfondimenti su come l’esorcismo è interpretato in alcune culture del mondo». Oggi infatti parleranno padre Moses Chileshe su «La stregoneria in Africa e l’azione del ministero dell’esorcismo » e padre Pedro Silva Albes su «Il ministero dell’esorcismo in Paraguay e America Latina e la diffusione dei culti afroamericani». Da un po’ di tempo possono partecipare al corso anche i laici. «La scelta è stata molto discussa all’inizio – racconta sempre Barrajón – poi si è pensato di offrire anche ai laici questa possibilità, previa una lettera di raccomandazione del proprio vescovo, sia perché alcuni di loro erano motivati da esigenze di studio serie sia perché, se è vero che l’esorcismo è un ministero che può essere svolto esclusivamente da un sacerdote con una delega abituale o ad actum da parte del vescovo, è anche vero che i laici possono svolgere con la preghiera un’azione di supporto importante all’azione dell’esorcista ».
Anche la preghiera di liberazione, è bene specificarlo, «ovvero quella che viene usata in casi meno gravi, cioè non di possessione ma di vessazione o di infestazione», deve «essere fatta da un sacerdote. Solo in casi eccezionali può essere fatta anche da un laico». E com’è attualmente la situazione delle diocesi per quanto riguarda gli esorcisti? «È abbastanza variegata – risponde il sacerdote legionario – in Italia praticamente tutte le diocesi ne hanno almeno uno, c’è stata un’ottima risposta. Altrove, penso alla Germania, sul tema c’è una sensibilità molto minore.
Diversi partecipanti al corso dall’America Latina raccontano di come nei loro Paesi a fronte di una domanda molto alta di esorcismi, la presenza di sacerdoti delegati e preparati a farli resta ancora molto limitata». Chiediamo se oggi l’infiltrazione del demonio avviene più tramite canali diretti, come l’azione di sette o ambienti che si fanno veicolo di influssi satanici, o per un’azione più “atmosferica”, in una cultura dove il peccato è esibito e celebrato pubblicamente. «Nel risorgere di un neopaganesimo come quello a cui assistiamo avanzano l’occultismo e la presenza di culti esoterici pericolosi. Alcuni autori cristiani dei primi secoli facevano peraltro altro notare come l’esigenza di esorcismi diminuiva man mano che le culture venivano evangelizzate. Questo vuol dire che più è grande e diffusa la vita di grazia minore è l’azione del demonio. Quando il cristianesimo arretra aumentano sia le tentazioni che l’influsso straordinario del demonio».