I partecipanti all'incontro ecumenico - Sito Cei
Un incontro che ha messo in evidenza «il desiderio, l’entusiasmo di provare a camminare insieme». Monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo definisce così l’appuntamento che lunedì 10 giugno ha visto riunirsi a Roma, nella sede della Cei, i rappresentanti delle Chiese cristiane presenti in Italia per confrontarsi sul futuro dell’ecumenismo nel nostro Paese. All’incontro hanno partecipato 18 delegati di 13 Chiese. L’appuntamento, che fa seguito a uno analogo svoltosi l’anno scorso, ha evidenziato, sottolinea una nota Cei, che «una delle grandi sfide, oltre che un’indicazione per il futuro» consiste «nell’imparare, nelle differenze, a metterci a servizio della società civile, dello spazio laico, per creare coesione sociale». «Il cammino ecumenico – spiega monsignor Olivero - ha aiutato le diverse Chiese a fare un percorso per uscire da sé e incontrare le altre Chiese, ora serve un ulteriore passo: essere “Chiesa in uscita”», nel segno «della coesione sociale da cui inizia il servizio alla pace».
La giornata del 10 giugno si è sviluppata secondo il metodo della “conversazione spirituale” che ha permesso l’ascolto reciproco, la condivisione e il dialogo in aula. «È emersa la capacità di considerare in modo diverso le differenze. Lo riassume bene il teologo luterano Cullmann per il quale l’unità si crea non nonostante le differenze, ma attraverso le differenze. Credo – afferma Olivero – che questa espressione riassuma bene il lavoro fatto oggi». Nella consapevolezza che «il Signore ci indica la strada e cammina accanto a noi, e la sua luce circonda ciascuno tenendoci uniti» conclude il presidente della Commissione episcopale facendo riferimento all’opera “I pellegrini di Emmaus” di Arcabas scelta come icona dell’incontro.
"I pellegrini di Emmaus" di Arcabas - Dal Web
Come noto, Arcabas, pseudonimo di Jean-Marie Pirot (1926-2018) è stato un artista francese, specializzato in arte sacra a partire dalla Bibbia ma sempre nel segno del dialogo e dell’incontro con la cultura laica. Tra le sue opere più famose, la decorazione della chiesa di Saint Hugues de Chartreuse.