Oggi la maratona di preghiera per la fine della pandemia ha come centro Nagasaki, in Giappone, dove le ferite del bombardamento nucleare sono ancora molto profonde. Qui anche la devozione mariana è tristemente collegata al 9 agosto 1945. Quel giorno infatti tra le tante stragi e devastazioni, la bomba atomica distrusse completamente la Cattedrale di Urakami che sarà poi ricostruita nel 1959. Ciò che resta della chiesa originale, completata nel 1925 quand'era il più grande luogo di culto cattolico dell’Asia orientale, attualmente è conservato nel parco della pace.
La testa della statua della Vergine ritrovata tra le macerie - Vatican media
Ai tempi della bomba la Cattedrale custodiva una statua di Maria, in legno, ispirata al dipinto dedicato all’Immacolata Concezione dal pittore spagnolo Murillo (1618-1682), andata perduta nell’esplosione. Alla fine della guerra, un monaco trappista, padre Kaemon Noguchi ne ritrovò la testa riportandola a Nagasaki solo anni dopo, per il 30° anniversario della bomba. Da allora la statua è esposta all’interno della nuova costruzione che ripete l’originale stile neo gotico francese. La Cattedrale di Urakami è conosciuta anche come Cattedrale dell’Immacolata Concezione o Cattedrale di Santa Maria.
Il 24 novembre 2019 durante la sua visita a Nagaski papa Francesco indicò proprio nella statua ritrovata della Vergine un simbolo «dell’orrore indicibile subito nella propria carne dalle vittime della bomba e dalle loro famiglie».
La Cattedrale di Urakami, a Nagasaki - Foto di repertorio
Tra le persone uccise dall’esplosione si contarono anche 8.500 cattolici molti dei quali si trovavano proprio all’interno della Cattedrale. Come sempre nel mese di maggio anche la preghiera odierna sarà trasmessa dai canali ufficiali della Santa Sede ale 18. L’intenzione speciale sarà per gli operatori socio-assistenziali.