giovedì 30 novembre 2023
Nella Pinacoteca del centro marchigiano, un'esposizione multimediale racconta il legame fra il vescovo di Milano e il mondo dell'apicoltura fra opere d'arte e testi. La festa di Mielemente
Sant'Ambrogio con il “bugno rustico”, l’antico “alveare di paglia”. Opera di Jacques Laudin (1627-1695), Limoges. Collezione del Museo municipale di Châlons en Champagne.

Sant'Ambrogio con il “bugno rustico”, l’antico “alveare di paglia”. Opera di Jacques Laudin (1627-1695), Limoges. Collezione del Museo municipale di Châlons en Champagne. - .

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“Sant’Ambrogio e l’apicoltura romantica” è il titolo della mostra multimediale che dall1 al 10 dicembre viene ospitata dalla Pinacoteca di Montelupone, borgo medievale marchigiano in provincia di Macerata. Il santo, vescovo e patrono di Milano, è il patrono degli apicoltori e nell’iconografia viene spesso rappresentato accanto a un “bugno rustico”, l’antico “alveare di paglia” che veniva usato prima della nascita dell’arnia a telaini, che segna lo sviluppo dell’apicoltura moderna. Un legame con il mondo delle api che inizia sin dalla primissima infanzia, come racconta la tela Sant’Ambrogio e il miracolo delle api di Paolo Camillo Landriani detto “il Duchino” (datato 1610). La storia è questa: «Ambrogio ha pochi mesi di vita, forse un anno soltanto. Dorme placido nella sua culla, quando uno sciame d’api gli copre il volto, entrando e uscendo dalla sua bocca come in un favo. La balia è spaventata e cerca di scacciare gli insetti, temendo possano far del male al bambino. Ma il padre la ferma, intuisce che non è un fatto normale e, con paterna trepidazione, attende l’evolversi del prodigio. Infatti, poco dopo le api si levano in volo a così grande altezza da sottrarsi allo sguardo umano. Il padre, colpito dall’evento, esclama: se questo bambino vivrà, diventerà qualcosa di grande». E così fu.

Paolo Camillo Landriani detto Il duchino, Sant'ambrogio e il miracolo delle api,1610-20 circa, Palazzo dei giureconsulti a Milano

Paolo Camillo Landriani detto Il duchino, Sant'ambrogio e il miracolo delle api,1610-20 circa, Palazzo dei giureconsulti a Milano - .

Nella storia dei santi, la vita e l’opera del vescovo di Milano, nato nella Gallia con molta probabilità nel 334, sono caratterizzate dalla sua capacità oratoria e dalla scrittura. Una parola che nei libri più antichi viene ricordata come “dolce come il miele”, una dolcezza che nutre la mente e l’anima. Nel Medioevo, si sottolineava come il nome stesso di Ambrogio derivasse dalla parola latina di origine greca “ambrosia”, ovvero il cibo degli immortali, degli dèi. Così Iacopo da Varazze, scrittore domenicano del XIII secolo, nella sua Legenda aurea evidenzia come Sant’Ambrogio fu «celeste favo di miele per la dolce esposizione della Scrittura, cibo angelico perché con gli angeli gioì della gloria». Ad accompagnare il visitatore nell’approfondimento della figura del santo patrono degli apicoltori sarà un video di Luca Frigerio giornalista, storico dell’arte sacra e autore del libro Ambrogio il volto e l’anima.

Il santo e il nettare degli dèi, ma nella mostra c'è anche spazio per scoprire il mondo dell'apicoltura naturale e "romantica". Ideali per una apicoltura familiare, ma anche e soprattutto per studi scientifici e per la didattica, le arnie a favo naturale non devono essere viste come un mero ritorno a un passato nostalgico ma piuttosto un’opportunità per far progredire l’apicoltura anche attraverso una maggiore conoscenza scientifica.

Gli ultimi giorni della mostra, nel weekend 8-10 dicembre, coincidono con un altro appuntamento, nel centro storico di Montelupone, comune che fa parte dell'Associazione delle Città del miele: Mielemente, il primo Mercatino di Natale interamente dedicato al mondo del miele, prodotto in Italia in ben 60 diverse tipologie. Un mondo, quello delle api, specchio di quello che significa operare in sinergia, in armonia. Un modello ideale di operosità e cooperazione. Di rispetto della natura e del Creato. E non è un caso che, nel suo commento ai sei giorni della Creazione, Sant’Ambrogio esprime una particolare ammirazione proprio per la «società perfetta delle api», alla quale l’uomo dovrebbe ispirarsi. Una apicoltura romantica e civile. Così il centro marchigiani per la festività di Sant’Ambrogio (il 7) può diventare una meta per scoprire questo curioso aspetto della vita del Santo e apprezzare i preziosi tesori delle api.

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