Marta, Lazzaro e Maria - Particolare di un dipinto di un maestro spagnolo (attivo tra il 1480 e il 1500 a Valencia) - Museo Lázaro Galdiano, Madrid
Da quest’anno, il 29 luglio figurerà nel Calendario Romano Generale la memoria dei santi Marta, Maria e Lazzaro. Lo ha disposto papa Francesco accogliendo la proposta della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che ha pubblicato il relativo decreto. Finora nel Calendario Romano Generale figurava la memoria della sola Marta.
Motivando la decisione, il decreto, a firma del prefetto del Dicastero, il cardinale Robert Sarah, e del segretario, l’arcivescovo Arthur Roche, sottolinea “l’importante testimonianza evangelica” offerta dai tre fratelli di Betania “nell’ospitare in casa il Signore Gesù, nel prestargli ascolto cordiale, nel credere che egli è la risurrezione e la vita”.
Nella casa di Betania, si legge nel decreto, "il Signore Gesù ha sperimentato lo spirito di famiglia e l'amicizia di Marta, Maria e Lazzaro, e per questo il Vangelo di Giovanni afferma che egli li amava. Marta gli offrì generosamente ospitalità, Maria ascoltò docilmente le sue parole e Lazzaro uscì prontamente dal sepolcro per comando di Colui che ha umiliato la morte".
La tradizionale incertezza della Chiesa latina circa l'identità di Maria - la Maddalena a cui Cristo apparve dopo la sua resurrezione, la sorella di Marta, la peccatrice a cui il Signore ha rimesso i peccati - che decise l'iscrizione della sola Marta il 29 luglio nel Calendario Romano, "ha trovato soluzione in studi e tempi recenti, come attestato dall'odierno Martirologio Romano che commemora in quello stesso giorno anche Maria e Lazzaro. Inoltre, in alcuni Calendari particolari i tre fratelli sono celebrati insieme in tale giorno".
GLI ALTRI SANTI NEL CALENDARIO
La Congregazione per il Culto divino ha anche disposto l'iscrizione nel Calendario Romano di nuovi santi perché se ne faccia memoria facoltativa nelle celebrazioni di quei giorni. Si tratta di san Gregorio di Narek, abate e dottore della Chiesa (il giorno 27 febbraio), san Giovanni De Avila, presbitero e dottore della Chiesa (il giorno 10 maggio), santa Ildegarda di Bingen, vergine e dottore della Chiesa (il giorno 17 settembre).
MARIA, MARTA E LAZZARO NEL MAGISTERO DI PAPA FRANCESCO
Papa Francesco ha parlato spesso dei tre santi fratelli.
All’Angelus del 17 luglio 2016, ad esempio, aveva sottolineano che con il suo darsi da fare Marta “rischia di dimenticare (…) la cosa più importante, cioè la presenza dell’ospite, che era Gesù in questo caso”. “E l’ospite - avverte il Papa - non va semplicemente servito, nutrito, accudito in ogni maniera. Occorre soprattutto che sia ascoltato (…) va accolto come persona, con la sua storia, il suo cuore ricco di sentimenti e di pensieri, così che possa sentirsi veramente in famiglia”.
Nella Messa celebrata a Santa Marta il 9 ottobre 2018, papa Francesco ha argomentato che a Marta possono essere paragonati quei tanti cristiani “che vanno, sì, la domenica a messa, ma poi sono indaffarati, sempre”, hanno tanto da fare e non si fermano ad ascoltare la parola di Dio. “A questi manca la contemplazione. A Marta mancava quello (…) perdere il tempo guardando il Signore”. Maria, invece, “guardava il Signore perché il Signore toccava il cuore; e da lì, dall’ispirazione del Signore, è da dove viene il lavoro che si deve svolgere dopo”.
Infine, nell'Angelus del 21 luglio 2019, parlando di Maria, il Pontefice dice: “Lascia quello che stava facendo per stare vicina a Gesù, non vuole perdere nessuna delle sue parole. Tutto va messo da parte - prosegue Francesco - perché, quando Lui viene a visitarci nella nostra vita, la sua presenza e la sua parola vengono prima di ogni cosa. Il Signore ci sorprende sempre: quando ci mettiamo ad ascoltarlo veramente, le nubi svaniscono, i dubbi cedono il posto alla verità, le paure alla serenità, e le diverse situazioni della vita trovano la giusta collocazione”.
E riguardo alla vita di ogni giorno il Pontefice sostiene: “Si tratta di fare una sosta durante la giornata, di raccogliersi in silenzio, qualche minuto, per fare spazio al Signore che ‘passa’ e trovare il coraggio di rimanere un po’ ‘in disparte’ con Lui, per ritornare poi, con serenità ed efficacia, alle cose di tutti i giorni”. Quindi per Francesco, “lodando il comportamento di Maria, che ‘ha scelto la parte migliore’, Gesù sembra ripetere a ciascuno di noi: ‘Non lasciarti travolgere dalle cose da fare, ma ascolta prima di tutto la voce del Signore, per svolgere bene i compiti che la vita ti assegna’”. Tuttavia, anche Marta è da imitare; per il Papa “questa donna aveva il carisma dell’ospitalità”, per questo, sul suo esempio, si deve “far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’accoglienza, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi ‘a casa’, specialmente i piccoli e i poveri quando bussano alla porta”.
Marta e Maria, allora, indicano la strada, prosegue Francesco, e dunque occorre associare i loro due atteggiamenti: “da una parte, lo ‘stare ai piedi’ di Gesù, per ascoltarlo mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’ospitalità, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità”. (Vatican news)