Rileggere la Chiesa (e il mondo) attraverso gli occhi delle nuove generazioni: è un compito tanto complesso quanto improcrastinabile quello che papa Francesco ha inserito tra le priorità nella lista delle “cose da fare” in questo 2018 che si è appena aperto. Una missione alla quale il Pontefice sta invitando tutte le Chiese locali del mondo dall’ottobre 2016, quando annunciò che la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in programma nell’ottobre 2018 avrebbe avuto come tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Da quel momento la preparazione è proseguita senza sosta sia a livello “centrale”, con la Segreteria del Sinodo dei vescovi impegnata a coordinare i lavori, sia a livello locale nelle diocesi di tutto il pianeta. E il 2017 ha visto in campo diverse iniziative pensate per rendere l’appuntamento in programma dal 3 al 28 ottobre prossimi un autentico evento di Chiesa secondo le intenzioni dello stesso Bergoglio, che fin dalle prime battute ha chiesto una partecipazione attiva anche dei giovani, inclusi quelli “lontani” e appartenenti ad altre fedi.
Proprio Francesco ha voluto ricordare l’importanza del Sinodo dedicato ai giovani al termine dell’anno che ci siamo da poco lasciati alle spalle. Il 21 dicembre, infatti, durante l’udienza alla Curia romana in occasione dei tradizionali auguri natalizi, il Pontefice ha sottolineato che «chiamare la Curia, i vescovi e tutta la Chiesa a portare una speciale attenzione ai giovani, non vuol dire guardare soltanto a loro, ma anche mettere a fuoco un tema nodale per un complesso di relazioni e di urgenze: i rapporti intergenerazionali, la famiglia, gli ambiti della pastorale, la vita sociale». Un richiamo che di fatto ha ripreso quello affidato all’inizio del 2017, il 13 gennaio, al Documento preparatorio. «La Chiesa – si legge nell’introduzione – ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani – continua il Documento –, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi. Come un tempo Samuele e Geremia, anche oggi ci sono giovani che sanno scorgere quei segni del nostro tempo che lo Spirito addita. Ascoltando le loro aspirazioni possiamo intravedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere». Il Papa dal Sinodo, quindi, non si aspetta una semplice «riflessione pastorale», ma vie concrete che sappiano dare forma al «mondo di domani».
Un messaggio “profetico” che indica la via da seguire anche a chi è responsabile della vita pubblica, se si pensa alle parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel tradizionale messaggio di fine anno di domenica scorsa. «In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora - i ragazzi del ’99 - vennero mandati in guerra, nelle trincee. Molti vi morirono – ha ricordato nel suo discorso dal Quirinale –. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica». Il richiamo è chiaro: il Paese intero ha bisogno di ridare protagonismo alle nuove generazioni. E non semplicemente in chiave elettorale.
L’attenzione che la Chiesa pone ai giovani, comunque, ha un respiro “universale” sia perché, come ha rimarcato il Papa durante la Veglia nella basilica di Santa Maria Maggiore l’8 aprile scorso, «il Sinodo è il Sinodo per e di tutti i giovani», sia perché negli scorsi mesi tutte le Conferenze episcopali del mondo sono state coinvolte nella preparazione attraverso dei questionari diversi per ogni continente e inviati assieme al Documento preparatorio. Un lavoro che confluirà nell’Instrumentum laboris destinato ai padri sinodali, che potrebbe essere pronto prima dell’estate. E a far giungere ai sinodali la voce dei giovani saranno anche i risultati del grande questionario online aperto a tutti i giovani, terminato pochi giorni fa, il 31 dicembre.
Ora si guarda avanti, alle prossime tappe: dal 19 al 24 marzo 2018 si terrà una riunione presinodale «a cui sono invitati giovani provenienti dalle diverse parti del mondo – ha sottolineato il Pontefice –: sia giovani cattolici, sia giovani di diverse confessioni cristiane e altre religioni, o non credenti». La prossima estate, poi, l’11 e 12 agosto a Roma tutti i giovani italiani si daranno appuntamento per un incontro con il Papa. Ci arriveranno dopo aver vissuto l’esperienza dei pellegrinaggi di “avvicinamento” in luoghi della nostra Penisola significativi per la fede. E l’onda del Sinodo si estenderà fino alla prossima Gmg, che si terrà a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019, come ha recentemente sottolineato in un’intervista ad Avvenire l’arcivescovo panamense José Domingo Ulloa Mendieta.
La Chiesa si mette in ascolto. Al centro del 2018 il Sinodo voluto dal Papa per dare voce alle speranze dei ragazzi
© Riproduzione riservata
Chiesa
La speranza della fede non è qualcosa che possiamo creare e gestire con le nostre sole forze, quanto piuttosto Qualcuno che viene a noi, trascendente e sovrano, libero e liberante per noi