venerdì 3 maggio 2024
Colpite quasi 14 milioni e 600mila persone, secondo RespiVirNet, il monitoraggio coordinato dall'Istituto superiore di sanità. Le previsioni del virologo Pregliasco
Vaccino antinfluenzale

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La stagione 2023-24 ha fatto registrare la più alta incidenza di sindromi simil-influenzali da 15 anni a questa parte nel nostro Paese: si stima che siano stati colpite da virus respiratori circa 14 milioni e 598mila persone.

È il bilancio che emerge dalla pubblicazione dell’ultimo rapporto settimanale di RespiVirNet, il sistema di sorveglianza integrata (virologica ed epidemiologica) coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss) con la collaborazione di una serie di laboratori di microbiologia in tutte le regioni e dal Centro nazionale per l’influenza dell’Iss, e con il sostegno del ministero della Salute.

L’ultimo bollettino, riferito alla settimana tra il 21 e il 28 aprile, indica in 226mila casi quelli stimati, rapportati all’intera popolazione italiana, sulla base delle segnalazioni dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta (oltre ai laboratori di riferimento regionale).

L’incidenza, pari a 3,8 casi per mille assistiti (4,5 nella settimana precedente), rientra nel livello “basale” (sotto i 3,99 casi per mille assistiti); il picco è stato registrato attorno a Natale, nelle ultime due settimane del 2023, quando è stato sfiorato il livello “molto alto” (superiore ai 19,94 casi ogni mille assistiti).

Il rapporto RespiVirNet, elaborato dal dipartimento Malattie infettive dell’Iss, segnala peraltro che nei bambini sotto i 5 anni l’incidenza è ancora di 11,7 casi per mille assistiti, comunque in calo rispetto ai 13,4 della settimana precedente. E se in due Regioni (Valle d’Aosta e Calabria) non è stata attivata la rete di sorveglianza, in altre sette Regioni il livello di incidenza complessivo è ancora sopra la soglia basale: si tratta di Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Marche, Abruzzo, Campania e Sardegna.

«Questo significa – osserva Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e coordinatore dagli anni Novanta di Influnet, la rete “antenata” di RespiVirNet – che ci dobbiamo aspettare ancora almeno altri 500mila casi, comprensivi di un mix di virus». Con il rammarico, aggiunge, che l’impatto avrebbe potuto essere minore «se fossimo riusciti a vaccinare di più».

Grazie a nuovi metodi di indagine, spiega Pregliasco, le rilevazioni dei casi di influenza (indagate da Influnet) sono state ora allargate ad altri virus: Sars-Cov-2, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e altri quali rhinovirus, metapneumovirus, enterovirus, adenovirus. Dopo questa stagione, auspica Pregliasco, «spero possa essere valorizzata ulteriormente l’importanza della vaccinazione», in futuro anche contro il Rsv.

Concorda l’epidemiologo Massimo Ciccozzi (Università Campus Biomedico di Roma): «È stata una delle più brutte stagioni influenzali, ha toccato il picco di 18 casi per mille pazienti, un numero molto alto. Non è stata banale, perché ha fatto molti decessi». E richiama «la necessità dei vaccini, che vanno fatti a ottobre e sono raccomandati soprattutto per i fragili e gli anziani».

Partendo dalle cifre (quasi 15 milioni di italiani colpiti dai virus simil-influenzali), l’infettivologo Matteo Bassetti (ospedale San Martino di Genova), sottolinea che si tratta di una media di una persona su quattro «calcolando anche che molti non sono stati “catturati” dal sistema di sorveglianza e si sono curati da soli stando a casa».

Ripete che si deve riflettere «su come affrontare la prossima stagione e su come alzare le coperture vaccinali negli anziani e nei fragili», e conclude che il sistema sanitario ha risposto bene: «Abbiamo comunque fatto bene come assistenza. Tranne qualche settimana di impatto più alto in ospedale, la stagione non ha causato problemi. Ora pensiamo già alla prossima».

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