Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia - Fotogramma
Una notizia attesa, ora è stata confermata. Il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, 66 anni, è pronto a tornare alla guida della chiesa di Brescia.
Lo ha annunciato domenica in Cattedrale il vicario generale della diocesi, Gaetano Fontana, durante la messa per Santa Barbara, patrona dei Vigili del fuoco. «Tornerà tra noi a gennaio - ha anticipato -. Ora il vescovo è in preghiera, uniamoci a lui nell’attesa del Signore che viene». Poi è arrivata anche la data esatta: l'8 gennaio.
Una comunicazione, accolta da tutti con grande gioia, segno di una ripresa ottimale delle condizioni di salute del presule di cui il vicario generale aveva già parlato in occasione della celebrazione nel giorno di Ognissanti. «Migliora ogni giorno, sta recuperando alla grande - aveva spiegato -. Ovviamente avrebbe desiderato essere qui, ma mi ha assicurato che ci è vicino nella preghiera. Il vescovo sta facendo un percorso molto bello e molto importante per la sua vita e per la sua salute. Speriamo di riaverlo presto fra noi».
Nei giorni precedenti anche papa Francesco aveva contattato telefonicamente monsignor Tremolada per avere notizie sulle sue condizioni di salute. Il Santo Padre aveva espresso parole di vicinanza al vescovo, assicurando la sua personale preghiera e incoraggiandolo a guardare con speranza al futuro, anche perché «la medicina, oggi, fa grandi cose».
La diocesi di Brescia (ma non solo), si appresta dunque ad abbracciare il vescovo dopo un lungo periodo di stop forzato. Era metà giugno di quest’anno quando monsignor Tremolada ha reso noto di doversi fermare per un periodo di tempo, per sottoporsi a un intervento di trapianto di midollo osseo reso necessario «da un improvviso aggravamento di una patologia del sangue». In quell’occasione ha affidato l’incarico di guidare la diocesi al vicario generale Fontana e al vicario per la Pastorale e i Laici don Carlo Tartari.
L’11 luglio è stato ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza dove ha iniziato le prime cure. Quindi il trapianto, con l’infusione di cellule staminali, grazie a un donatore compatibile: proprio a lui il vescovo ha rivolto parole colme di gratitudine per avergli regalato «un’ulteriore speranza di vita. Il suo gesto è un vero e proprio atto d’amore, compiuto in totale gratuità che farà gioire il cuore stesso di Dio».
Dopo l’intervento il presule è rimasto per alcune settimane in ospedale per controlli. Dal nosocomio brianzolo monsignor Tremolada è stato dimesso il 19 agosto e da allora sta trascorrendo la convalescenza nella casa di parenti a Lissone (Mb), in costante contatto con i suoi più stretti collaboratori e il vicario generale. In attesa di tornare alla guida della diocesi.