lunedì 19 febbraio 2024
Chiusa l'edizione 2024 di EOS, expo su caccia, pesca, tiro sportivo. Attenuati gli eccessi di propaganda sulla legittima difesa di Vicenza e Brescia con l'intesa tra società civile e sindaco Tommasi
Carabine da caccia

Carabine da caccia - Web

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È stato l’anno della svolta. Parlare di “Addio alle armi” per l’edizione appena conclusa della fiera EOS - a Verona dal 17 al 19 febbraio - probabilmente è eccessivo. Ma anche senza scomodare Hemingway, l’esposizione dell’European Outdoor Show - maggiore fiera italiana su caccia, tiro sportivo, pesca, nautica e vita all’aperto - per la prima volta non ha dato spazio commerciale, culturale e politico al controverso ambito della difesa personale. Un cambio di rotta netto, rispetto ad esempio all’Hit Show di Vicenza, che fino al 2021 aveva ospitato passarelle di politici e campagne sulla difesa “sempre legittima”.

Se il trasloco nella città scaligera nel 2022 aveva già ridotto gli aspetti più propagandistici, ora l’azione della società civile ha trovato ascolto nell’amministrazione comunale. L’Osservatorio Opal di Brescia, il Movimento Nonviolento e la Rete italiana pace e disarmo hanno condotto un’azione proficua con la giunta del sindaco Damiano Tommasi, ex obiettore di coscienza Caritas. Con un’attenzione particolare per i minorenni, per evitare che in fiera si baloccassero con revolver e carabine: la Questura lo ha rigorosamente regolamentato. Una fiera fedele dunque alla sua missione commerciale nei settori caccia, pesca e tiro sportivo, che non per questo ha registrato flessioni. Nonostante alcune proteste di associazioni animaliste e anticaccia. Nelle prima giornata del 17 gli ingressi sono stati 17 mila, 2 mila in più dell’anno scorso, e più 34% i marchi presenti. A cancelli chiusi, la conta dei biglietti staccati arriva a quota 30 mila.

Già le prime due edizioni di EOS non avevano ospitato passerelle né convegni sul “diritto all’autodifesa”, ma tra gli espositori c’erano ancora armi per la difesa personale. Quest’anno nulla. In più, l’adozione di un codice etico per evitare che i ragazzini si esaltino a imbracciare armi da fuoco: se prima bastava essere accompagnati da un maggiorenne (anche un fratello), stavolta l’ingresso era permesso «solo se accompagnati dai genitori o da persona adulta da questi delegata». E dalla Questura è arrivato il divieto per i minori al «maneggio delle armi (anche di modesta capacità offensiva)», tranne che per i minori «iscritti alle Federazioni nazionali» di tiro sportivo. Anche se, lamenta Giorgio Beretta, di Opal, i controlli non sono stati rigorosi «e si sono visti minorenni con le armi in mano, non credo tutti soci di federazioni».

Tutta un’altra atmosfera, comunque, rispetto alle fiere di pochi anni fa. Come all’Hit Show, dal 2015 al 2021 a Vicenza. Una sigla che sta per Hunting, Individual protection, Target sport (cioè caccia, difesa personale e tiro a segno), che in inglese significa anche “colpire”. Tra un convegno e una dichiarazione qui c’era stata la raccolta di firme per una deregulation della legittima difesa. E qui il ministro dell’Interno Matteo Salvini sottoscrisse pubblicamente un patto con le associazioni pro-armi: «Sul mio onore mi impegno a coinvolgere e consultare il Comitato Direttiva 477 e le altre associazioni di comparto ogni qualvolta siano in discussione provvedimenti che possano influire sul diritto di detenere e utilizzare legittimamente a qualsiasi titolo armi». Un Comitato nato per opporsi all’omonima direttiva europea, per “tutelare i diritti dei detentori di armi”.

«C’è ancora da fare, ma valutiamo positivamente l’impegno dell’amministrazione comunale di Verona per far sì che Eos sia sempre più aderente alle finalità che annuncia», commentano a Fiera chiusa Opal, Movimento Nonviolento e Rete pace e disarmo. «Siamo consapevoli che tra le armi esposte a Eos figurano anche quelle utilizzate per la difesa personale e abitativa - ammette Giorgio Beretta - ma è un problema che va ricondotto alla normativa: gran parte delle pistole, armi comuni da sparo, possono essere detenute per il tiro sportivo e anche per la difesa personale. Ma negli anni scorsi i cataloghi diffusi in fiera presentavano pure armi per usi militari». Per le Ong comunque è «fondamentale che il principale salone fieristico in cui si espongono armi da fuoco non si sia trasformato, come purtroppo avvenuto in passato, in un’operazione ideologica e di mercato per promuovere la diffusione di armi».


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