mercoledì 13 novembre 2024
Dalle donne uscite dal carcere al laboratorio delle particole, fino all'accoglienza dei Centri di ascolto: così la struttura San Giuseppe, in zona Castello, copre i maggiori bisogni del territorio
Il patriarca Francesco Moraglia benedice la struttura

Il patriarca Francesco Moraglia benedice la struttura - Foto Patriarcato Venezia

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A Venezia il Patriarcato completa la ristrutturazione della Casa della carità San Giuseppe, in zona Castello, portandola a pieno regime con nuovi servizi per persone bisognose. L’inaugurazione è avvenuta all’ex monastero delle Muneghette, intitolato Casa San Giuseppe, alla presenza del patriarca Francesco Moraglia. Tre anni fa era stato aperto il primo nucleo col dormitorio femminile d’emergenza Casa Santa Bakhita (otto posti letto), la mensa Betania, il Consultorio diocesano Santa Maria Mater Domini.

I rinnovati interni della Casa della carità

I rinnovati interni della Casa della carità - Foto Patriarcato Venezia

Le nuove opere comprendono: Casa Betlemme, con otto miniappartamenti per donne uscite dal carcere al fine di aiutarne il reinserimento sociale, in attesa di lavoro, con un’accoglienza che può arrivare fino a due anni; Casa San Giovanni Paolo II per giovani che vogliano fare esperienza di formazione e servizio; il nuovo laboratorio di produzione di particole Emmaus, che saranno distribuite alle parrocchie, in cui lavoreranno persone fragili e svantaggiate. Nello stesso complesso sono ospitate anche la sede della Caritas diocesana con il Centro d’ascolto e dell’associazione San Vincenzo de’ Paoli.

Gli alloggi della Casa

Gli alloggi della Casa - Foto Patriarcato Venezia

L’ampliamento è stato finanziato con 350mila euro. La casa della carità è la promessa fatta alla città e alla diocesi in occasione della visita pastorale di papa Francesco a Venezia lo scorso 28 aprile. Ad accogliere volontari e ospiti presto arriverà un’immagine di san Giuseppe, come custode della Santa Famiglia, e un’altra del Sacro Cuore di Gesù, su diretta ispirazione dall’ultima enciclica del Santo Padre. «Questa casa – ha detto monsignor Moraglia – è offerta a quelle persone che la società attuale scarta ed emargina. E ci ricorda che la vita della nostra società è fatta di successi e conquiste ma anche di tante sofferenze, squilibri e ingiustizie sociali. Questo luogo ci consentirà così di partecipare sempre più, in modo concreto, all’opera di salvezza e liberazione che Cristo compie anche oggi in mezzo a noi. Auspico che in questo spazio vibri l’amore del Cuore di Gesù che è l'amore umano di Dio che si rivela a noi e tocca la vita concreta delle persone».

L’impegno della struttura in favore dei bisognosi ha già dei primi numeri molto significativi: 7.371 i pranzi e le cene distribuiti quest’anno a un centinaio di ospiti (contro i 5.192 del 2023 e i 4.004 del 2022); 986 le notti di Casa Bakhita per 10 utenti; 460 quelli delle docce; 141 del Centro d’ascolto e 91 del Consultorio Mater Domini.

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