Nichi Vendola e il suo compagno Eddy Testa hanno avuto un bambino tramite la pratica della maternità surrogata. Sabato pomeriggio in una clinica in California, dopo una gestazione portata avanti da una madre in afftto, è nato il piccolo Tobia Antonio. All'indomani del voto sulle unioni civili che ha però escluso le adozioni del figlio del compagno nel caso di coppie gay, saranno i giudici italiani a dover decidere sul riconoscimento della paternità di Vendola (il padre biologico del bimbo è il compagno Eddy). La nascita del piccolo è stata in queste ore al centro di un duro scontro politico e ha riacceso la polemica sulle conseguenze che l'introduzione della stepchild adopotion (stralciata dal ddl sulle unioni civili ma in agguato nel ddl sulla riforma delle adozioni che dovrebbe venire discusso nei prossimi mesi) potrebbe portare. Vale a dire il ricorso alla maternità surrogata in maniera sempre più consistente da parte delle coppie omosessuali.
"Il figlio del compagno di Vendola, nato grazie a un contratto di utero in affitto, per cui la madre ha dovuto abbandonare il suo bambino appena nato, potrà essere rapidamente riconosciuto in Italia dal leader di Sel grazie alla nuova legge sulle unioni civili", afferma Eugenia Roccella, parlamentare di Idea. "Se la coppia ricorrerà alla nuova legge, infatti, - spiega - il tribunale consentirà l'adozione a Nichi Vendola senza problemi e senza neppure aspettare la nuova legge sulle adozioni. È chiaro a tutti così - conclude - che la stepchild adoption è già una realtà, e che lo scopo della legge è la legittimazione dell'utero in affitto e della nuova filiazione di mercato". La deputata di Area Popolare Paola Binetti mette in guardia il Pd: "non voteremo una legge sulle adozioni che comprenda la stepchild". "Sappiamo dalla cronaca che un bambino può costare 120mila euro; l'onorevole Rossi ci ha detto che il suo è costato quasi 100mila euro, pensiamo che questa cosa sia una forma di schiavismo", ha detto ancora Binetti. Di "sfruttamento proletario dello stato di bisogno economico di due donne, quella che ha donato gli ovuli e quella che ha affittato l'utero", parla il deputato Gian Luigi Gigli di Democrazia solidale. "La sinistra da paladina dei diritti umani si è trasformata in promotrice di desideri individuali". Di "nuovo modello antropologico" e di "donne ridotte a schiave" parla anche Alessandro Pagano, coordinatore del Comitato Parlamentari per la famiglia chiedendosi come mai le femministe e il presidente Boldrini non hanno nulla da dire. Rocco Buttiglione, vicepresidente dei deputati di Ap, mette l'accento sul dolore di quella donna di cui nessuno parla. "Una mamma senza il suo bambino" che lo ha sentito scalciare e crescere per nove mesi sapendo già che però non sarebbe stato suo visto che "era stato venduto già prima del concepimento". Dal Pd arriva la voce fuori dal coro di Beppe Fioroni che invita il suo partito a non insistere sulle adozioni per le coppie gay concentrandosi invece sui problemi reali del Paese come le tasse e il lavoro. "Il figlio di Vendola? È nato un bambino orfano di madre". Non usa mezzi termini Massimo Gandolfini, portavoce del comitato 'Difendiamo i nostri figlì e tra gli organizzatori del Family Day al Circo Massimo. La vicenda del figlio di Nichi Vendola "ci lascia attoniti". Marco Griffini, presidente dell'Aibi, (Amici dei Bambini), esprime un giudizio "totalmente negativo", sottolineando che "l'utero in affitto è una forma di schiavitù nella forma più aberrante". "Dovrebbero restituire il bambino alla mamma, così che possa crescerlo. Mi meraviglio -aggiunge - che una persona che ha fatto della politica una scelta di vita possa fare una cosa simile. Come movimento di famiglie adottive - sottolinea - siamo attoniti".Si congratula per la nascita di un bambino ma resta perplessa sull'utero in affitto Laura Boldrini, presidente della Camera, che da Londra confessa di aver difficoltà ad accettare questa pratica, soprattutto "quando queste maternità avvengono in Paesi in via di sviluppo, quando ragazze povere si prestano". Resta da vedere ora quale sarà il destino del piccolo Tobia Antonio: dovrebbe risultare cittadino canadese, Paese di origine del padre biologico, e di una madre che non desidera essere identificata. Vendola potrebbe adottarlo in Canada e allora potrebbe chiedere in Italia il riconoscimento dell'atto canadese. Oppure potrebbe presentare richiesta di adozione in Italia, che andrebbe di fronte ai giudici sotto la fattispecie di adozione in casi speciali.