giovedì 20 giugno 2024
A 74 anni, di cui 52 trascorsi in carcere, l'ex re della mala, condannato a quattro ergastoli, soffre di una grave malattia neurodegenerativa
Renato Vallanzasca scortato in aula in una precedente udienza

Renato Vallanzasca scortato in aula in una precedente udienza - ANSA

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Per Renato Vallanzasca, dato il suo stato di salute, frequentare durante il giorno una comunità terapeutica è utile, affinché le sue condizioni non peggiorino, perché favorisce una interazione con altre persone e rapporti sociali.

Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto il reclamo degli avvocati di Renato Vallanzasca e ha concesso un permesso di 12 ore al 74enne, ex re della mala milanese, condannato a quattro ergastoli, che ne ha scontati 52 in carcere e che sta ora facendo i conti con una malattia neurodegenerativa che lo ha portato a uno stato confusionale. La decisione dei giudici, quindi, è in linea col reclamo della difesa, coi legali Limentani e Muzzi, che avevano fatto presente come il poter andare nella comunità alleviasse il suo decadimento cognitivo.

Per Renato Vallanzasca, dato il suo stato di salute, frequentare durante il giorno una comunità terapeutica è utile, affinché le sue condizioni non peggiorino, perché favorisce una interazione con altre persone e rapporti sociali. Questo il senso, come chiarito dalla difesa, del provvedimento con cui i giudici della Sorveglianza di Milano hanno concesso al 74enne un permesso premio per andare nella comunità.

Quei permessi, hanno chiarito i legali, "sono per lui una terapia, per mettere in moto cervello e parola", hanno detto i difensori di Vallanzasca. E sarebbero anche funzionali, secondo i legali, per fargli mettere piede in una struttura di cura, dove poi potrebbe essere trasferito definitivamente. Con la concessione di questo singolo permesso si apre così la strada anche al via libera per altri permessi sempre per andare in comunità. La difesa, infatti, presenterà anche un'istanza di differimento pena, con detenzione domiciliare in un luogo di cura.

Mercoledì l'ex capo della banda della Comasina era in udienza davanti ai giudici della Sorveglianza (togati Di Rosa e Caffarena). Il sostituto pg Rossana Penna nell'udienza a porte chiuse aveva chiesto alla Sorveglianza di rigettare il reclamo, indicando alla difesa semmai di presentare una nuova istanza per i permessi. A marzo gli erano stati revocati i permessi premio - già bloccati in passato e poi concessi di nuovo - per frequentare una comunità terapeutica. Il giudice nel provvedimento di revoca aveva fatto presente che le sue condizioni fisiche e psichiche erano tali che quella comunità non gli può più garantire l'assistenza necessaria, ma per i suoi difensori, invece, quel luogo gli è utile per alleviare il suo decadimento cognitivo.

La difesa, dunque, aveva presentato reclamo. Una prima richiesta fu respinta nel maggio 2023. Per l'equipe di medici del carcere milanese di Bollate, dove è detenuto con "fine pena mai" l'ex protagonista della mala milanese degli anni '70 e '80, l'ambiente "carcerario", si legge in una relazione, è "carente nel fornire" le cure e gli "stimoli cognitivi" di cui Vallanzasca ha bisogno e per questo andrebbe trasferito in un "ambito residenziale protetto", in un "luogo di cura esterno", data la sua "patologia".

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