Ha perso l’uso delle gambe dopo un incidente sportivo che le ha causato una lesione midollare e una paralisi. A distanza di 5 anni, Anna (il nome è di fantasia) è tornata ad alzarsi, mantenendo la stazione eretta, e a camminare, seppure con l’ausilio di un deambulatore, grazie a un innovativo intervento eseguito all’Ospedale San Raffaele di Milano, dall’équipe di Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia e ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele, che ha impiantato sulla paziente 32enne un neurostimolatore midollare. È la prima procedura del genere in Italia, resa possibile grazie alla collaborazione degli ingegneri dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretto dal professor Silvestro Micera.
Il professor Mortini (al centro), in sala operatoria - Alessandro Gandolfi
Anni fa, una versione meno evoluta di questo stimolatore era stata utilizzata per trattare il dolore cronico neuropatico. Gli specialisti lo hanno perfezionato con un numero maggiore di elettrodi e programmato per erogare stimoli al midollo, e quindi ai nervi e ai muscoli, per rendere possibile la deambulazione. Essendo già testato in sicurezza e certificato, il congegno potrebbe ora costituire una svolta per molte persone nella stessa condizione di Anna. «Stiamo conducendo un protocollo di ricerca clinica avanzata, coordinato dal dottor Luigi Albano – spiega Mortini -, al termine del quale questo intervento potrebbe entrare nella pratica clinica corrente, offrendo una soluzione terapeutica ai pazienti con lesioni midollari». Non solo. «Il prossimo passo - chiarisce il primario - sarà trattare anche lesioni del midollo spinale determinate da malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla, nei pazienti che verranno reclutati dalla Neurologia del San Raffaele, diretta da Massimo Filippi».
Adesso Anna, fa sapere l’Irccs milanese, «sta eseguendo, con ottimi risultati, un complesso percorso riabilitativo pianificato dal primario dell’unità di Riabilitazione dei disturbi neurologici cognitivi-motori, Sandro Iannaccone». Il suo delicato intervento mininvasivo è durato 3 ore. Il dispositivo impiantato dispone di due parti: un supporto biocompatibile per 32 elettrodi che viene inserito nello spazio epidurale della colonna vertebrale, e un generatore di impulsi, una sorta di pacemaker, simile a quelli utilizzati in pazienti con aritmie cardiache, inserito sotto la pelle a livello dell’anca. Il “pacemaker” è programmato per garantire l’attivazione coordinata di tutti i muscoli utili a camminare. La portata della novità del nuovo stimolatore sta anche nel fatto che il controllo delle sue funzioni è possibile grazie a delle opzioni che possono essere scelte dalla paziente in base alle necessità di spostamento della vita quotidiana.