venerdì 12 gennaio 2024
Il missionario laico, “amico dei poveri”, morì il 12 gennaio 2023 a Palermo. Quel viaggio in Francia in carrozzella: tornò completamente ristabilito ma chiese di non diffondere la notizia
Fratel Biagio Conte

Fratel Biagio Conte

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Oggi Palermo abbraccia ancora un uomo con il saio e i sandali che non è mai andato via. Biagio Conte, l’amico dei poveri che aveva lasciato la sua casa, che era arrivato fino ad Assisi, sulle orme di san Francesco, per tornare e fondare le sue missioni di speranza e carità, ha chiuso gli occhi il 12 gennaio del 2023, giusto un anno fa. Da allora il missionario laico ha continuato a camminare nelle coscienze di tutti e a scuoterle, come quando portava avanti uno dei suoi interminabili digiuni e si coricava all’addiaccio, per dare un segno contro l’indifferenza.

Sono giorni di iniziative che culmineranno oggi alla Cittadella del Povero e della Speranza, in via Decollati, lì dove, in una stanza-infermeria, fratel Biagio è spirato. Alle 17.30 nella chiesa “Casa di Preghiera per tutti i Popoli” all’interno della Missione, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, presiederà la celebrazione eucaristica nel primo anniversario; concelebreranno i vescovi di Sicilia. Mercoledì scorso, a Godrano, in provincia di Palermo, uno dei luoghi di un’opera eccezionale, si è vissuto un incontro di intensa spiritualità con la Messa officiata da don Pino Vitrano, il successore alla guida delle missioni. «Biagio lo incontrai per la prima volta nel 2003, quando si tenne a Palermo la Marcia nazionale per la pace – ricorda monsignor Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale - e rimasi colpito perché era su una sedia a rotelle. Poi l’ho rincontrato nell’estate del 2014 al Rimini al Meeting per l’amicizia tra i popoli, dopo la grazia della sua guarigione a Lourdes che lo aveva rimesso in piedi, e fui colpito dai suoi occhi azzurri, dal suo sguardo luminoso e dal suo sorriso, che non dimenticherò mai più».

La storia è nota. Biagio Conte ritornò completamente ristabilito, da Lourdes, dopo un lungo periodo di sofferenza. La diocesi di Palermo, nella sua newsletter dell’epoca, riportò l’accaduto come una grazia. Lo stesso fratel Biagio disse, qualche tempo dopo: «Per me è stata una grazia inaspettata che ho ricevuto dal buon Dio che ha incaricato la sua Madre Maria». Di recente, Giovanna Geraci, moglie del primo dirigente della polizia Mario Bignone, protagonista della cattura di pericolosi latitanti di mafia, scomparso 14 anni fa, ha raccontato: «Io c’ero in quei giorni a Lourdes con Biagio Conte, per assistere i malati. Ricordo che si parlò, subito, di qualcosa di prodigioso, ma la notizia sarebbe stata data successivamente. Lui stesso ci chiese di non diffondere nessun particolare, di non rivelare niente».

Francesco Russo, medico della Missione, una vita accanto a Biagio, racconta: «Lui è con noi. In certi momenti ti sembra proprio che sia lì, accanto a te, e che tu possa parlarci. Fratel Biagio è una presenza costante e gioiosa che unisce tutti nel suo nome e continua a operare. Proprio in questi giorni si è sbloccata la situazione di un ospite delle missioni. Ha fatto l’intervento di cui aveva bisogno, dopo tanta attesa e tanta ansia». Il dottore Roberto Garofalo ha assistito il missionario laico nelle ultime settimane. «Biagio Conte è morto serenamente – racconta –. Ho davanti a me il suo volto soffuso di pace. Si viveva, in quei giorni, un duplice stato d’animo: la mestizia di un addio, ma anche la gioia di una comunione. Proprio poche ore prima del trapasso, don Pino ha preso una bottiglietta con l’acqua di Lourdes e ha asperso Biagio e tutti noi». Il 12 gennaio del 2023, Biagio Conte, anima immensa di Palermo e del mondo, ha chiuso gli occhi, mentre la luce cominciava a inondare la stanzetta-infermeria dove era ricoverato. La memoria di quegli istanti è affidata alle parole di Luciano, un volontario che l’ha assistito senza riposare mai: «Erano le 6.45, quando c’è stato l’ultimo respiro di Biagio. Si è spento con dolcezza. Poco prima, si era girato nel letto. Poi, quel respiro leggero. Ho capito, ho dato un’occhiata all’orologio e ho avvertito gli altri. Fratel Biagio era andato in pace».

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