giovedì 4 luglio 2024
Prima volta dell'unione della stampa cattolica alle Settimane sociali con un incontro sulla professione in crisi nell'era della disintermediazione. Presentato il manuale del giornalismo responsabile
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La prima volta dell’Ucsi alle Settimane sociali è stata l’occasione nel Salone degli incanti a Trieste per interrogarsi sul ruolo dei giornalisti sentinelle dello stato di salute di una democrazia in tempo di disintermediazione. E per presentare il volume elaborato dai giovani della scuola di giornalismo ucsina diAssisi sulle 5 M, che rovesciano il paradigma delle 5W aggiungendo more, di più. Più fonti, domande, tempo, più tutele diritti e umanità. Un nuovo modo di fare informazione sempre più apprezzato dal pubblico, oggi in grado di scrivere e pubblicare notizie e commenti, ma spesso non di distinguere tra informazione e disinformazione.

Gli interventi coordinati dalla vicepresidente nazionale Maria Luisa Sgobba, per la quale la professione ha bisogno di un terzo tempo come il rugby, hanno affrontato gli snodi della crisi.

«Giornalisti cani da guardia, si diceva un tempo - ha esordito il presidente Vincenzo Varagona - ma il rischio ora è che ci trasformino in cani da compagnia. Invece occorre ascoltare con l’orecchio del cuore, come richiamato da papa Francesco, e mettere al centro la persona. Crediamo nell’esperienza del “Giornalismo costruttivo” e di quello comunitario dei media diocesani.
Mettiamo insieme i giornalisti di buona volontà e diamo un orizzonte ai giovani».

Per il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Degano, «in un tempo in cui molti sono condizionati dalle “camere dell’eco che crea il web”, è fondamentale il ruolo del giornalista tenuto a rispettare la deontologia professionale».

Secondo Salvatore Ferrara, presidente Ucsi Friuli Venezia Giulia i giornalisti sono chiamati a fare di più. «Siamo chiamati a lavorare per un giornalismo responsabile, abitando i luoghi in cui operiamo».

Gli fa eco Renato Piccoli per il quale è questione di libertà. «Non si può raccontare senza domandare e senza ricercare. Senza un giornalista che si dedica all'approfondimento non esiste una redazione. Definire privilegi tutele e diritti che spettano ai giornalisti significa imbavagliare la democrazia. Non si può scrivere stando incollati alle proprie sedie».

Per il segretario nazionale dell'Ucsi, Salvo di Salvo, «abbiamo svenduto la nostra professione - prosegue di Salvo - e ci siamo trovati isolati. Oggi ci siamo arroccati nella nostra professione. Cosa significa essere liberi di esprimerci? Dobbiamo essere baluardi per il mantenimento della democrazia».

Infine Giuseppe Delle Cave, che ha presentato il vademecum Ucsi "Oltre le 5W, 5M per un giornalismo responsabile".

«Oggi serve più qualità, visto che abbiamo perso il primato della notizia. Ma quando si distrae il giornalismo, la democrazia va in crisi».

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