mercoledì 18 settembre 2024
All’istituto comprensivo in provincia di Latina la protesta dei genitori italiani per le classi con troppi stranieri. Ma la soluzione di dividere gli iscritti provoca la protesta dei genitori indiani
L'Istituto comprensivo Alfredo Aspri di Fondi

L'Istituto comprensivo Alfredo Aspri di Fondi - ANSA

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Una classe composta solamente da alunni indiani e bengalesi, una da albanesi e pakistani e, infine, una da soli italiani. È lo scenario che si è venuto a creare nell’istituto comprensivo Alfredo Aspri di Fondi, nel sud della provincia di Latina, dove i genitori dei ragazzi italiani hanno chiesto in blocco il nulla osta per togliere i figli dalle sezioni nelle quali, secondo loro, «c’erano troppi stranieri». Una scelta che ha scatenato la reazione della comunità indiana, nel Lazio guidata da Gurmukh Singh: «Si parla tanto di integrazione, ma qui si sta tornando indietro. Non ci fermeremo finché non verranno mischiate le classi».

A Fondi vivono più 4mila persone di origine indiana e pachistana, molte delle quali risiedono nel centro storico. Lì si trova anche l’istituto Aspri, in un plesso d’epoca fascista. «Molti alunni sono extracomunitari: nella mia scuola rappresentano circa il 30%», spiega la preside Annarita Del Sole, dirigente dell’istituto Amato, che con l’Aspri condivide lo stesso edificio: «Così succede che i papà e le mamme italiani hanno paura che la loro presenza rallenti le lezioni a causa della non piena comprensione della lingua. Nel caso della scuola vicina alla nostra, inizialmente le classi erano miste, ma alcuni genitori hanno deciso di chiedere il nulla osta per spostare i propri figli in una sezione o in un istituto diverso».

Dopo quanto accaduto, l’Ufficio scolastico regionale ha immediatamente inviato una nota alla dirigente dell’Aspri, chiedendo di riequilibrare le classi prime «con l’obiettivo di ristabilire un giusto bilanciamento tra studenti italiani e stranieri». «Gli eventi verificatisi mi hanno profondamente rattristato per i principi ed i valori che ispirano il mio operato come persona prima e come dirigente scolastico nella pratica quotidiana», la risposta della preside Adriana Izzo: «In questo anno scolastico il numero degli studenti di diverse nazionalità iscritti alla classe prima di scuola primaria ha superato il 50%. Nelle prime settimane di settembre si è verificato un improvviso e significativo trasferimento di studenti di nazionalità italiana verso altri istituti, che ha determinato classi con la sola presenza di alunni stranieri, alterando la precedente e più equilibrata composizione delle classi prime». La preside, che si è detta amareggiata e dispiaciuta per l’accaduto, ha promesso che «le criticità saranno superate attraverso la riorganizzazione dei gruppi classe e l’attuazione di modelli organizzativi e didattici aperti e collaborativi».

«Mai si può consentire di strutturare le classi secondo l’estrazione sociale, la religione, né tanto meno la cittadinanza», osserva Ivana Barbacci, segretaria della Cisl scuola. I presidi di Anp fanno notare che il ministero dell’Istruzione ha disposto che nelle classi dove gli studenti di origini straniere che abbiano importanti carenze nella conoscenza della lingua, siano uguali o superiori al 20%, dal 2025 arriverà un docente che affiancherà con lezioni di potenziamento il lavoro di classe. Già da subito, intanto, le scuole potranno organizzare corsi aggiuntivi extracurricolari di potenziamento grazie a fondi ad hoc del Pon.

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