lunedì 16 dicembre 2024
Il Comune avrebbe chiesto all'artista di fare un passo indietro dopo le polemiche legate alla sua partecipazione 8anche a Sanremo). Come conciliare libertà di espressione e responsabilità
Il rapper Tony Effe

Il rapper Tony Effe - ANSA

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Tony Effe salirà o no sul palco del concertone di Capodanno? Al rapper romano il Comune di Roma avrebbe decido di revocare l'invito giù domenica (o di chiedergli di fare un passo indietro, ipotesi più complicata da realizzare), ma al momento non c'è alcuna conferma né comunicazioni ufficiali dallo staff dell'artista.

Perché Tony Effe sarebbe stato escluso dal Concertone al Circo Massimo?

Non è una novità che i testi del rapper romano, al secolo Nicolò Rapisarda, 33 anni, sono infarciti di epiteti sessisti, maschilisti o anche violenti. Ecco qualche esempio: "Metti un guinzaglio alla tua ragazza i vede e si comporta come una t... " (DM), oppure "Bitch, ogni giorno non mi lasciano libero (no). Le ordino da casa come Deliveroo" (TVTB). Bitch (dall'inglese letteralmente cagna, usato comunemente anche come s... a o pu... na ) peraltro è il termine consueto nei testi degli autori trap e rap per definire una donna. È per questi contenuti "irrispettosi nei confronti delle donne e per una città come la Capitale impegnata in campagne contro la violenza di genere la sua presenza sul palco sarebbe una forte contraddizione e al tempo stesso sarebbe diseducativa» nei confronti del pubblico di ragazzini, che da diversi giorni esponenti del Pd, di Azione, delle associazioni femminili e anche di Fdl sollecitano il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ad escludere il cantante romano dall'evento di fine anno. Differenza Donna, l'associazione che gestisce il 1522 - il numero antiviolenza e antistalking della presidenza del Consiglio-Pari Opportunità - aveva definito "una scelta scellerata" avere a Roma tra i protagonisti dell'ultima notte dell'anno Tony Effe "autore di testi sessisti, misogini e violenti" e che "sarebbe una insopportabile offesa a tutte le donne che subiscono violenza e alle vittime di femminicidio".

Tony Effe sarà anche a Sanremo: il Codacons chiede la doppia esclusione

Il rapper romano sarà anche a Sanremo, a febbraio. Il Codacons chiede che se sarà bloccata l'esibizione al concertone di Capodanno a Roma, la stessa misura deve valere anche per il palco dell'Ariston.

Libertà artistica e responsabilità: ecco il dilemma

Il dilemma è sempre lo stesso: come si concilia la libertà artistica con la responsabilità nei confronti di un pubblico in questo caso giovane e influenzabile? Non ha dubbi il sottosegretario alla Cultura con delega allo spettacolo dal vivo Gianmarco Mazzi, il quale ricorda agli organizzatori di concerti di avere una grande responsabilità sociale. Ed è per questo che "si dovrebbe prestare più attenzione a chi si offre un palco per cantare - dice -. Non c'entra nulla, in questi casi, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, che è sacro. C'entra invece il mostrare senso di responsabilità nel non diventare complici di spacciatori di violenza strapagati, nel non preparare loro ribalte per poterlo fare come se tutto fosse normale".

I precedenti e la questione educativa

Non è la prima volta che un concerto viene annullato per il linguaggio sessista dell'artista: è accaduto a Emis Killa, ad esempio, e alcune canzoni di rapper come Sfera Ebbasta o del collettivo Dark Polo Gang, di cui peraltro Tony Effe faceva parte fino al 2021, ma anche di artiste donne, finiscono sotto la lente. La preoccupazione è ovviamente per i giovanissimi fans della trap e del rap: saranno influenzati da una visione troglodita della donna, e dalla descrizione sessista, subordinata, passiva e perfino violenta, dei rapporti uomo-donna? Non è una questione da poco. Si può senz'altro dire che gli autori di contenuti sessisti non sono automaticamente misogini o machisti a loro volta; più semplicemente, riflettono la "cultura" in cui sono cresciuti o che vogliono rappresentare, una "cultura" della strada dove ci si fa largo con i modi forti e spregiudicati. Almeno a parole.

Ma questa è solo una prima risposta al dilemma. Resta la questione di come un certo modo di parlare delle donne può essere sdoganato e diventare a sua volta un (cattivo) modello per i giovani. In generale, un linguaggio (e con esso uno stile) può diffondersi con disinvoltura tra i più giovani, che lo fanno proprio senza avere gli strumenti e i filtri per capirne il contesto, come aveva scritto Matteo Marcelli un anno fa. Quindi, per concludere, se la libertà di espressione è sacrosanta, altro è la responsabilità necessaria di chi vive un grande successo nei confronti del suo pubblico.

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