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L’Italia ha lavorato e continua a lavorare per una de-escalation e per l’uscita degli ostaggi italiani della Striscia di Gaza. E dopo le notti di bambardamenti ieri a New York, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto a larga maggioranza una «tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata». Una risoluzione subito accolta favorevolmente da Hamas e dall'ambasciatore palestinese, ma respinta da Israele, il cui rappresentante all’Onu l'ha definita «un'infamia».
Una risoluzione su cui l’Italia tuttavia si è astenuta, vista l'assenza di ogni riferimento di condanna alla strage del 7 ottobre commessa dai miliziani di Hamas e del diritto all'autodifesa di Israele. Questi i motivi alla base della scelta dell'Italia di astenersi nel voto, a spiegarlo in prima mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, per cui «non era equilibrata». Riprendendo le parole usate dall’ambasciatore italiano Maurizio Massari, il responsabile della Farnesina sottolinea che «non c'erano la condanna di Hamas, né un riferimento al diritto all'autodifesa di Israele, punti che non rendevano equilibrata la risoluzione. Israele ha subito un attacco durissimo, sono stati sgozzati e decapitati neonati, compiuti crimini orribili contro la popolazione civile israeliana e questo non era ben sottolineato».
Meloni: nostra posizione all'Onu la più equilibrata, vogliamo impedire escalation del conflitto
Parole a cui si aggiungono in coro quelle della premier Giorgia Meloni per cui la scelta dell'Italia di astenersi è la posizione più equilibrata e che il nostro Paese è pronto ad intervenire con aiuti umanitari a Gaza. L'astensione dell'Italia sulla risoluzione Onu sul conflitto in Medio Oriente «era la più equilibrata fra le posizioni possibili, e non a caso è stata la posizione della gran parte dei Paesi del Consiglio europeo, dei Paesi europei e di quelli del G7. Stiamo cercando di mantenere l'equilibrio, e sia il voto a favore sia quello contrario sarebbero stati voti che spostavano l'Italia rispetto alla posizione che sta tenendo. È stato giusto tenere la posizione più equilibrata rispetto all'obiettivo di impedire una escalation del conflitto, la cosa più responsabile che si possa fare ora». Inoltre sugli aiuti «sono in contatto costante con il ministro Crosetto e gli alleati. Noi abbiamo un pattugliatore che è pronto a raggiungere le acque di fronte a Gaza per portare aiuti umanitari. E abbiamo altre sue fregate è una nave anfibia se servissero anche ospedali da campo». Sulla liberazione degli ostaggi poi spera ci possano essere novità, «che a un certo punto pareva ci fossero. Novità che sarebbero molto importanti per arrivare a una de-escalation», aggiunge Meloni in un punto stampa ad Acqualagna, sottolineando che «è un lavoro certosino che conduciamo con grande responsabilità e equilibrio anche rispetto al nostro ruolo nel consiglio europeo e all'Onu».
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Tajani: tutti i 14 italiani stanno bene, lavoriamo per metterli al sicuro
Mentre l'Onu e le agenzie umanitarie internazionali fanno sapere di aver perso i contatti con i loro staff all'interno della Striscia, i familiari degli oltre 220 ostaggi nelle mani di Hamas hanno chiesto un incontro urgente al premier Benjamin Netanyahu. La buona notizia, resa nota dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è che gli ostaggi italiani (14 in tutto, insieme ai loro famigliari) «stanno bene»: sono stati contattati in due occasioni, ieri sera e stamattina, e si trovano in un'area vicino al valico di Rafah, in cui «non ci sono combattimenti né esplosioni». Il governo conta di farli uscire rapidamente, grazie alle «trattative in corso al Cairo, con Usa, Onu, Egitto e Israele». In più tranquillizza i turisti in Egitto e Cisgiordania, mentre invita invece gli italiani nel sud del Libano a lasciare il territori.
Le reazioni della politica
«Penso che sia stato un errore per l'Italia non sostenere la risoluzione del'Onu su una tregua umanitaria. Bene hanno fatto Francia, Spagna, Portogallo a votare a favore. Chiamatela tregua, chiamatelo cessate il fuoco umanitario, chiamatela pausa umanitaria, basta che si fermi questa strage di civili . La preoccupazione è enorme, non possiamo assistere a una strage di civili», ha detto la segretaria del Pd Elly Sclein arrivando all'assemblea di Azione.
«Per la pace ci vogliono schiena dritta e coraggio, non la debolezza e la codardia di un Governo che con una decisione pilatesca dimostra di considerare la sofferenza dei civili un drammatico ma inevitabile 'effetto collaterale' della guerra», scrive Giuseppe Conte su Facebook in riferimento all'astensione dell'Italia sulla risoluzione Onu.
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Mantovano: obiettivo dell’Italia è liberare gli ostaggi e «spegnere la miccia» di Gaza
Italia darà il suo massimo contributo alla pace del Medio Oriente. A ribadirlo anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenendo all’assemblea di Azione, per cui «l'obiettivo di chi ha concorso ad addestrare e fomentare l'intervento del 7 ottobre è stato quello di creare un fronte della resistenza jihadista. L'Italia è pronta a dare contributo alla liberazione degli ostaggi e la sua posizione nei consessi internazionali è più spendibile rispetto ad altri, anche per il tratto non coloniale rispetto ai paesi del golfo e dell'Africa». Se fosse possibile riassumere in un disegno la situazione attuale, aggiunge, «sarebbe quello di una bomba con una miccia accesa a Gaza e lo sforzo è quello di spegnerla. Gli sforzi di tutti e dell'Italia sono perchè la miccia venga spenta il prima possibile e la presenza di Meloni a Il Cairo, unico leader del G7, testimonia lo sforzo dell'Italia in questa direzione».