venerdì 14 giugno 2024
Nel testo, in cui non compare la parola aborto, accanto all'impegno nella lotta ai trafficanti si sottolinea il diritto di restare nel proprio Paese. Passaggi molto apprezzati dal governo Meloni
A Borgo Egnazia si è concluso il vertice del G7

A Borgo Egnazia si è concluso il vertice del G7 - Fotogramma

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Non solo la presenza storica del Papa per un confronto sull'Intelligenza artificiale (IA). Giorgia Meloni marca alcuni punti e lascia anche un'impronta italiana nelle conclusioni del G7 di Puglia. Tracce che fanno risaltare il suo ruolo di "leader forte" di questo consesso, accanto ad altri capi di Stato e di governo che, per una ragione o per l'altra, si ritrovano oggi più deboli, invece. E che si ritrovano scorrendo le 36 pagine della dichiarazione finale, adottata da tutti i leader.

Accanto ai punti sui quali era più normale registrare una convergenza, dall'Ucraina alla guerra a Gaza (con anche il passaggio sul «numero inaccettabile di vittime civili, in particolare donne e bambini» e la richiesta a Israele di astenersi da un'offensiva a Rafah), dalla Cina fino al clima, sono soprattutto tre i punti col segno tricolore. Il principale, che d'altronde ha visto anche la sessione mattutina dedicata al tema, riguarda le migrazioni, approdate per la prima volta al G7 con un corposo capitolo: fonti di Palazzo Chigi fanno presente che per l'Italia «è necessario che il G7 si faccia portavoce di una strategia nuova su diverse direttrici, a partire dalla lotta ai trafficanti di esseri umani che alimenta immigrazione illegale e rappresenta una nuova forma di schiavitù». Un passaggio particolarmente apprezzato delle conclusioni è quello sul "diritto" delle persone anche a restare nel proprio Paese (accanto, però, anche al «diritto di ognuno di chiedere asilo dalle persecuzioni»), nello spirito di quel Piano Mattei per l'Africa tanto sbandierato che, a sua volta, è espressamente citato nel testo, altro motivo d'orgoglio per Meloni.

Dopo la "battaglia" del giorno prima, in particolare con Francia e Usa, nelle conclusioni non compare in effetti la parola "aborto", ma solo la conferma degli impegni presi un anno fa a Hiroshima sulla "salute sessuale e riproduttiva", e questo può esser letto come un altro successo della impostazione meloniana che ha resistito all'assalto di certe lobby e certi mondi, denotando un altro approccio a queste tematiche che merita però pari dignità. Mentre alla fine appare il riferimento ai diritti delle persone Lgbt, oggetto di un altro caso giornalistico (era circolata l'indiscrezione sulla sparizione pure di questo termine) che si è sgonfiato nel giro di qualche ora e che, allo stesso tempo, conferma però certe "pressioni". L'ultimo punto rivendicato dall'Italia, che lo ha espressamente voluto, è lo specifico paragrafo su "Inclusione e disabilità", con il richiamo al documento che sarà prodotto dalla riunione ministeriale dedicata che si terrà dal 14 al 16 ottobre a Solfagnano, in provincia di Perugia.

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