Andrea Ostellari - Wiki Commons
Prima l’hanno accusato di fare ostruzionismo, ora dicono che è stato prepotente. Andrea Ostellari, 47 anni, avvocato e senatore della Lega, padovano, presiede la commissione Giustizia e ieri, dopo un prolungato tira-emolla, ha deciso di incardinare il ddl Zan sull’omofobia e dunque di fargli fare un passo in avanti. Ma ha anche deciso di tenere per sé il ruolo di relatore, scelta che gli è costata un’altra ondata di critiche.
È stato detto che lei è prepotente. Cosa risponde?
Che sono critiche pretestuose. Il regolamento della commissione prevede che il presidente sia relatore di tutti i provvedimenti, salvo la delega a un altro dei componenti. Poiché il tema è delicato, ho deciso di mantenere l’incarico per evitare altre polemiche.
Cosa succede dopo l’incardinamento?
Tempo qualche settimana e ci sarà una mia relazione sul ddl Zan e sugli altri 4 testi collegati. Si aprirà poi la fase della discussione, poi ci saranno le audizioni e infine gli emendamenti, che rifletteranno il contributo offerto da tutti coloro che ascolteremo: dal mondo cattolico a quello accademico a quello associativo.
Quali sono i punti principali che devono essere cambiati?
Sicuramente l’articolo 1 (in cui si definiscono i termini di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, ndr). Va modificato non per togliere diritti, ma perché quei diritti siano ben garantiti. La norma non deve creare confusione, ciò che invece questo articolo fa.
Un altro punto critico?
L’articolo 7, in cui si istituisce la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, interessando le scuole senza distinzione di gradi. Credo sia corretto delimitare la platea da coinvolge- re su questi temi.
È d’accordo sulla necessità di tutelare di più le persone prese di mira per l’orientamento sessuale?
La Lega è favorevole a un aumento delle pene contro tutte le forme di violenza a danno di chiunque, al di là dell’orientamento sessuale. A breve presenteremo un disegno di legge che prevede una specifica aggravante. Vedo invece pericoloso il fatto che qualcuno con una legge possa limitare il diritto di espressione.
Lei è finito nel mirino di alcuni vip dello spettacolo, tra cui Fedez. Ne è dispiaciuto?
Io rispetto le opinioni di tutti, ma personalizzare un tema di questo tipo è sbagliato. Sto svolgendo il mio lavoro, mi confronto con il Parlamento, con la mia commissione e con tutti coloro che vogliono dare un contributo. Se Fedez vuole essere della partita, benvenga, ma non alimentando una polemica che nessuno vuole, nemmeno io che mi sono attenuto al regolamento.
La maggioranza che sostiene il governo Draghi ha scricchiolato sul ddl Zan. C’è il pericolo che si spacchi in seno alla commissione Giustizia?
Vorrei evitare che questo tema rappresenti un problema per la maggioranza. Anche per questo ho preferito tenere per me l’incarico di relatore, con un ruolo di garanzia. Ora invito tutti ad abbassare i toni, in modo che il dibattito sia sereno e proficuo.
Ha visto la nota della Cei? Condivide?
Sì, e mi piace sottolineare il passaggio in cui la presidenza della Cei afferma «la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna». Trovo utile combattere perché tutte le opinioni possano essere espresse. Chi si oppone a questo ddl spesso è stato accusato di essere retrogrado, indietro con i tempi. Ma 'indietro' e 'avanti' dipendono dallo sguardo di chi cammina. Voglio concludere con una citazione di Giovanni Testori: essere avanti è possibile solo rivolgendosi a ciò che ci ha originati. Per questo trovo il richiamo alla famiglia interessante anche alla luce del dibattito che si svolgerà intorno al ddl Zan.