sabato 17 giugno 2023
Sui social la follia senza fine dei ragazzi. Yahya Hkimi, 18 anni, si è tuffato nel Secchia nonostante la corrente in quel punto fosse molto forte. L'amico, minorenne, ancora sotto choc.
Le ricerche del giovane lungo il fiume Secchia dove è sparito da tre giorni travolto dalla corrente

Le ricerche del giovane lungo il fiume Secchia dove è sparito da tre giorni travolto dalla corrente - Ansa

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Per un video si può mettere a rischio la vita degli altri, come è avvenuto tragicamente a Roma nell’incidente che è costato la vita al piccolo Manuel, 5 anni. Ma anche la propria, in una spirale di follia che sembra non avere fine in questo inizio d’estate. Questo racconta la storia di Yahya Hkimi, 18enne nato a Modena da padre tunisino e madre marocchina, disperso nel fiume Secchia nel Modenese da mercoledì scorso.

«Mi ha chiesto di fare un video. Un filmato scherzoso dove voleva fingere di essere portato via dall’acqua. Poi, dopo il tuffo, il terzo della serie, purtroppo è scomparso». Con queste parole, ancora sotto choc, un suo amico minorenne descriveva gli ultimi attimi prima che la forte corrente del Secchia inghiottisse il ragazzo. Da quattro giorni le ricerche proseguono senza sosta ma a nulla è valso l’impegno di vigili del fuoco e sommozzatori, che venerdì hanno anche deviato il corso del fiume. Ancora non è chiaro se lo studente volesse pubblicare sui social il filmato, ora in mano alla polizia, o tenerlo per sé.

«Stai attento», sono le ultime parole che si sentono nel video, pronunciate dall’amico prima che il 18enne si tuffasse nel Secchia. Violando due diversi divieti. Quello di balneazione, imposto dalle autorità in quel tratto proprio a causa delle forti correnti. E quello della madre, che sarebbe stata contraria alla gita. In realtà, pare che la zona fosse spesso frequentata da altri bagnanti e dagli stessi ragazzi. I quali - non a caso - erano giunti sul posto muniti di ciabatte e ombrellone, poi rimasti sui sassi e acquisiti dalla polizia. Forse sono state proprio la familiarità con quel luogo sperduto, la consapevolezza di essere «molto bravo a nuotare» e l’innocente goliardia ripresa dal video - tracimata in sconsideratezza - a indurre il giovane a sottovalutare una corrente abbastanza forte da impedire ai soccorsi l’uso del gommone.

Nei giorni, si sono purtroppo affievolite le speranze di trovare vivo lo studente e le stesse ricerche si avvalgono in queste ore solo dei droni dei vigili del fuoco. Yahya Hkimi, a breve, avrebbe dovuto sostenere il suo esame di maturità e l’istituto Cattaneo-Deledda lo ricorda, tramite le parole della dirigente Alessandra Zoppello, «con la spensieratezza dei suoi 18 anni».

Le indagini sulla tragedia di Casal Palocco ​

Nel frattempo a Roma proseguono le indagini sull’incidente di Casal Palocco in cui ha perso la vita un bimbo di 5 anni. L’obiettivo di chi indaga è quello di ricostruire ogni secondo che ha preceduto e che ha seguito l’impatto devastante di mercoledì pomeriggio tra la Lamborghini noleggiata dagli youtuber e la Smart guidata dalla mamma del bimbo. Si cerca di capire se quei drammatici momenti siano stati ripresi e immortalati dai quattro ragazzi a bordo del suv, i cui telefonini sono stati analizzati dagli inquirenti.

La principale novità sulle indagini riguarda la consulenza tecnica disposta sulla Lamborghini, che aiuterà a stabilire la velocità del veicolo e la dinamica dell’impatto. Altro si capirà dall’esito dell’autopsia sul piccolo Manuel Proietti, effettuata ieri al Policlinico di Tor Vergata. Solo dopo, e quindi all'inizio della settimana prossima, verrà dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia per procedere con le esequie.

Intanto i carabinieri hanno perquisito l’abitazione di Matteo Di Pietro, il ragazzo alla guida al momento dell’incidente e indagato per omicidio stradale. La famiglia ha cambiato casa «per le minacce subìte», dichiara il legale, che sostiene anche che sia stata la piccola utilitaria a non dare la precedenza.

«Quel suv andava velocissimo» affermano invece un conducente di un autobus di linea e un automobilista che hanno assistito all’incidente di mercoledì. Testimonianze che potrebbero essere decisive. Gli accertamenti si concentrano anche sul concessionario «Skylimit», che ha dato in noleggio la Lamborghini. Resta da capire se tra l’autonoleggio e il gruppo di youtuber vi fossero rapporti di tipo commerciale o pubblicitario. Il proprietario della concessionaria si difende con un messaggio sui social: «Il nostro codice della strada (nello specifico l’art. 117) permette a chi ha la patente da più di un anno di guidare qualsiasi tipo di auto senza alcuna restrizione» e pertanto «non siamo in alcun modo complici di ciò che è accaduto».

Stupisce - ma fino a un certo punto, se si ha chiara la logica per cui tutto fa pubblicità - la notizia che dopo l’incidente i TheBorderline – il gruppo di youtuber coinvolti – hanno aumentato il loro numero di follower: ora sono 24mila in più. Anche se il Moige (movimento italiano genitori) ha presentato formale richiesta per la chiusura di «tutti i canali social» del collettivo. Quei social che da mercoledì si sono trasformati in un terreno di scontro, con tanti commenti di indignazione verso i TheBorderline. Ma c’è anche chi invita a non infierire, come il gruppo di influencer Pirlavs: «Vi chiediamo di non scagliarvi contro di loro, senza aggravare con brutte parole la situazione morale che sicuramente è già pesantissima».

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