I carabinieri hanno arrestato a Soverato Luigi Campise, di 26 anni, il giovane che nel marzo del 2007 uccise la fidanzata, Barbara Bellorofonte, di 18 anni, e che dopo la condanna a 30 anni di reclusione era stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare. L'arresto è stato disposto dal gip che ha accolto la richiesta di emissione della misura cautelare fatta dalla Procura della Repubblica e motivata dal pericolo di fuga dell'indagato. La notizia del nuovo arresto di Campise è stata diffusa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro con un comunicato a firma del procuratore vicario, Salvatore Murone. "Su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro - si afferma nel comunicato - il gip del tribunale ordinario di Catanzaro, in data odierna, ha ripristinato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Luigi Campise, imputato dell'omicidio di Barbara Bellorofonte, il quale con sentenza di primo grado era stato condannato alla pena di 30 anni di reclusione. La misura è già stata eseguita dai carabinieri di Soverato". "Il ripristino della custodia cautelare in carcere - prosegue il comunicato della Procura di Catanzaro - era stato chiesto dal magistrato competente in concomitanza con la scarcerazione di Campise disposta nel'ambito di altro procedimento".
La lettera del padre: «L'assassino di mia figlia è libero». Ieri il
Corriere della Sera aveva pubblicato una lettera del padre della ragazza, Giuseppe Bellorofonte, uccisa per gelosia con un colpo di pistola alla testa, che, dopo aver incontrato Campise per le strade di Soverato, si chiedeva perchè l'assassino di sua figlia girasse libero per le strade del paese calabrese. "L'assassino di mia figlia, Luigi Campise, era stato condannato a 30 anni, grazie alla riduzione della pena perchè processato con il rito abbreviato, oggi dopo soli due anni e mezzo di carcere è stato scarcerato e può 'girarè indisturbato per le strade di Soverato - scriveva il padre di Barbara Bellorofonte - È successo due anni fa, il 27 febbraio, proprio sotto casa nostra, mentre ci accingevamo a metterci a cena, Barbara era con noi, è passato il suo ragazzo a citofonare e chiedere di lei. È scesa e non è più stata con noi. Dei proiettili che il suo assassino le ha scaricato addosso, uno è andato a segno, conficcandosi in testa:Barbara va in coma, viene portata d'urgenza in ospedale e dopo circa un mese di agonia il 20 marzo 2007 è morta". "Ignoro i motivi che hanno indotto la giustizia italiana a liberare l'omicida, ma quello che mi chiedo da padre, da cittadino, da uomo è se è giusto tutto questo - aggiungeva Giuseppe Bellorofonte - Se è giusto additare ai nostri giovani questo esempio di comportamento e far capire che in Italia tutto è permesso epossibile, compreso un omicidio, tanto poi si riesce a trovare il modo di essere liberati. Non riesco ad aggiungere altro, non ho più niente da dire, le lacrime io e mia moglie le abbiamo finite da un bel pò, mi resta solo l'amarezza di sapere che l'assassino di mia figlia è libero".