Il presidio della Uil a Genova contro le morti sul lavoro - Ansa
Ci sarebbe un funzionario pubblico infedele, al centro della complessa indagine della Procura di Piacenza che ha portato a sedici decreti di perquisizione a carico di altrettanti indagati (tra cui dipendenti pubblici, liberi professionisti e imprenditori), per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, concussione e falso in atto pubblico. Le perquisizioni sono state effettuate dalle Squadre mobili di Piacenza, Parma, Pavia e Lodi.
L’indagine è partita nell’estate del 2023 quando la polizia era intervenuta per un infortunio sul lavoro in un’officina, notando però alcune irregolarità e iniziando a sospettare del dipendente Asl addetto ai controlli. «All’atto dell’intervento – riferisce la polizia – gli agenti delle volanti avevano scoperto che l’azienda aveva già ripristinato lo stato dei luoghi, impedendo quindi di approfondire gli accertamenti. La Procura, considerando dubbio lo scenario riscontrato dagli agenti intervenuti, ha quindi delegato la Squadra Mobile per ricostruire la vicenda, e le indagini sulla dinamica dell’incidente permettevano quindi di scoprire che l’imprenditore si era rivolto a un libero professionista per poter risolvere le problematiche insorte dopo l’infortunio».
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il dipendente pubblico del Dipartimento di Sanità pubblica-impiantistica e antinfortunistica dell’Ausl di Piacenza, finito nel mirino della questura e della Procura emiliana insieme ad altre quindici persone, avrebbe rilasciato certificazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e agevolato alcuni imprenditori nella risoluzione di problematiche sugli infortuni accaduti nelle loro aziende, diventando col tempo un vero e proprio punto di riferimento per aziende medio piccole del territorio. In cambio, anche per il solo interessamento, avrebbe richiesto regalie per anni, da bottiglie di vino pregiato a biglietti per partite di calcio di serie A in Emilia-Romagna e Lombardia. Oltre a lui sono stati individuati altri dipendenti pubblici che sarebbero coinvolti nelle pratiche illegali del primo funzionario indagato, per i quali gli inquirenti stanno approfondendo la natura ed entità del coinvolgimento.
Intanto, dal Dipartimento Mercato del lavoro della Cisl arrivano dati drammatici sull’andamento degli infortuni sul lavoro in Italia, in attesa di conoscere il Rapporto 2023 che sarà presentato dall’Inail il prossimo 14 ottobre. Secondo il Report Salute e sicurezza sul lavoro della Cisl, «dal confronto tra i dati del 2023 e quelli del 2024, riferiti allo stesso semestre, il numero complessivo degli accadimenti è aumentato di 3.600 casi di infortunio, pari ad un aumento del 2,21%». Significativo anche l’incremento degli infortuni in itinere, quelli occorsi durante il tragitto casa-lavoro e viceversa, passati dagli 11.963 del primo semestre del 2023, ai 12.488 del periodo gennaio-giugno di quest’anno. «Tale dato – si legge nel Rapporto della Cisl – deve far riflettere sugli effetti che il traffico in aumento, la distrazione alla guida (specie in città) e i tempi ridotti per conciliare casa-lavoro-casa possono determinare sull’analisi complessiva del quadro infortunistico».
Importante evidenziare, nota la Cisl, che in alcune regioni più di altre (Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Veneto) i dati infortunistici del settore Terziario sono molto alti, ancor più se rapportati all’Industria, pur sempre tenuto conto della dimensione delle regioni e del numero degli occupati (ricordando, comunque, che da anni in Italia il Terziario costituisce l’ambito occupazionale percentualmente maggiore e in costante crescita). «La molteplicità e complessità delle cause alla base di tale drammatico fenomeno, nell’evidenziare ancora una volta l’urgenza e la necessità di politiche mirate di prevenzione e misure specifiche per settore, territorio, popolazione lavorativa, richiede indubbiamente analisi approfondite sui dati e sulle variabili di incidenza alla base di questi», si legge sempre nel Rapporto del sindacato. Che avrà cadenza semestrale e attraverso cui la Cisl «intende offrire una finestra di osservazione puntuale, avanzando alcune considerazioni e piste di riflessione, tenendo conto delle correlazioni dirette tra gli accadimenti, in termini di salute e sicurezza, andamento del mercato del lavoro e contrattazione».
Tra gli altri dati evidenziati dal Rapporto, anche l’incremento degli infortuni, anche mortali, tra i lavoratori anziani. «Emerge in modo significativo, analizzando l’età degli infortunati – sottolinea la Cisl – l’esigenza che l’invecchiamento della popolazione lavorativa debba essere sempre più centrale nelle valutazioni che devono essere svolte occupandosi di prevenzione e tutela della salute e sicurezza sul lavoro. L’alto numero di eventi nella fascia di età “60-64”, (soprattutto con esito mortale), fa ben comprendere come sia elevata la percentuale di occupati in mansioni rischiose con un’età che tutti gli studi, sia internazionali che nazionali, attribuiscono a soggetti classificati “anziani”. Tale dato, in assenza di informazioni statistiche relative alle tipologie contrattuali degli occupati coinvolti sembrerebbe smentire l’affermazione, ricorrente quando si parla di incidenti sul lavoro, che gli infortuni gravi riguardino particolarmente gli occupati con contratti temporanei, che sono soprattutto giovani».