martedì 6 febbraio 2024
Il capogruppo M5s alla Camera lancia un appello per «non dare più agibilità a personaggi» che usano un linguaggio volgare e violento nei programmi tv e per «bandirli dagli studi televisivi»
Francesco Silvestri, M5s

Francesco Silvestri, M5s - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Pubblichiamo una lettera al direttore di Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera

Gentile direttore,

Le scrivo perché conosco bene la sensibilità, sua e del quotidiano che dirige, sulle conseguenze culturali e sociali dei linguaggi sessisti e violenti.

In queste settimane diverse dichiarazioni di esponenti politici si sono connotate per essere tossiche. Se mi permette: squallide. Mi riferisco, tra le ultime, alle parole del Sindaco della città di Terni, Bandecchi, il quale ha detto ad una sua avversaria politica che “andrebbe abbattuta”, le ha intimato di “stare zitta”, che “lei è la dimostrazione che la pace si fa solo con le armi” e ha concluso la sua “performance” facendo finta di darle il suo rolex perché una volta uscita dal Parlamento “le servirà”.

Mi permetta di precisare che il problema però non è certo Bandecchi (che da solo non meriterebbe questa lettera), ma il tacito accordo che è stato evidentemente siglato tra molte redazioni televisive e personaggi come lui. Si tratta di un patto semplice, che dice: contraddistinguetevi ad ogni costo per farci fare share, like, audience. Solo così vi inviteremo ancora.

Direttore io non ho ancora avuto la fortuna di essere padre, ma ho quella di essere figlio, e conosco bene il valore degli esempi. Chi per ragioni commerciali accetta di sdoganare certi linguaggi sessisti, razzisti e violenti, corre il rischio di sdoganare anche certi comportamenti. Permettere che le ragioni economiche prevalgano sul buonsenso significa favorire il proliferare di modelli estremamente negativi, che possono essere emulati. A tal proposito, la mia mente non può che andare ai tanti ragazzi che per ragioni pecuniarie hanno fatto e fanno gesti pericolosi da pubblicare su internet. A che serve la vuota retorica del post tragedie quando invece non si fa nulla per prevenirle? Come è possibile chiedere ai cittadini di assumere atteggiamenti che la politica e i media sono disposti a barattare per denaro?

Ci tengo a sottolineare che da parte mia non c’è nessuna intenzione di attaccare la libertà d’espressione, semmai il contrario; così come non ho niente contro il dibattito acceso a cui io stesso non mi sottraggo quando serve. Vengo inoltre da un Movimento che ha utilizzato forme comunicative anche dure e incisive, tutte parte di una molteplicità di stili, ma sempre avendo a mente la centralità di un contenuto da sostenere. Chi usa linguaggi violenti, però, lo fa perché non ha contenuti da promuovere, tanto meno idee. Uno studio televisivo ha il diritto/dovere di invitare chi crede e con i pensieri più disparati, purché non li affermi in modo becero e fine a sé stesso. Questa attenzione non la si deve solo ai propri interlocutori, ma soprattutto agli spettatori.

In Aula alla Camera ho lanciato un appello: ho chiesto che le istituzioni e le redazioni si facciano carico del dovere politico e morale di non dare più agibilità a questi personaggi e di bandirli dagli studi televisivi. Mi auguro di ricevere il sostegno tangibile di altre forze politiche. Mi auguro che altri, come me, scelgano di cambiare canale quando si troveranno davanti a esponenti che si fanno vanto di una tossicità e di uno squallore di cui non abbiamo assolutamente bisogno.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI