sabato 6 gennaio 2024
Diciotto ettari a ridosso di una delle piste d'atterraggio dell'aeroporto di Fiumicino. Per rimuovere i rifiuti sversati illegalmente e scoperti dalla Polizia serviranno almeno 100 autotreni
La discarica sequestrata ripresa dal drone

La discarica sequestrata ripresa dal drone - foto della Polizia

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Si erano accorti per primi che qualcosa non andasse i piloti di linea, che nel marzo scorso erano stati dirottati per ragioni meteo su una pista secondaria dell'aeroporto Leonardo da Vinci e avevano visto strani fumi salire lungo la loro verticale di volo. Risultato, lì sotto c'è una maxidiscarica piena zeppa di rifiuti speciali, chimici, sanitari, vernici, ferro, elettrodomestici, porte, mobili, arredi e spazzatura, che venivano scaricati su questo terreno (più o meno diciotto ettari) e poi bruciati in una maxi discarica abusiva al confine con il Comune di Fiumicino. E per rimuoverli, l'Ama ha stimato ci vorranno almeno cento autotreni.

Così il Gip presso il Tribunale di Roma, dopo una indagine condotta dalla Polizia di Frontiera aerea di Fiumicino, coordinata dalla Procura, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per una donna di 52 anni e altre undici persone sono indagate tra le quali il compagno della donna, i figli ed alcuni imprenditori. I reati contestati, a vario titolo, sono inquinamento ambientale, incendio doloso, calunnia, furto di energia elettrica ed acqua, abbandono e anche malgoverno di animali, visto che tra i cumuli di rifiuti e una fognatura a cielo aperto vivevano, in pessime condizioni sanitarie, una quarantina di cani di varie razze, una folta colonia felina e tre cavalli, tutti posti sotto sequestro.

Nel 2014 la donna ai domiciliari, millantando parentele con il clan Spada di Ostia e altri nomi della criminalità organizzata romana, aveva occupato abusivamente il terreno, mettendolo a disposizione di alcune ditte di traslochi, di ristrutturazione edilizie e di facchinaggio per sversare illegalmente tonnellate di rifiuti, in modo che - stando a quanto emerge dall'indagine - le imprese non avrebbero pagato il costo per il regolare smaltimento e sarebbero così riuscite a monopolizzare il mercato, offrendo ai clienti un prezzo competitivo. E l'arrestata pubblicizzava anche sul suo profilo Facebook le imprese incriminate.
"E' una discarica che si trova al nostro confine, sul territorio di Roma", spiega il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, ma "quello che avviene al confine del nostro Comune ci preoccupa e sono convinto che l'Autorità giudiziaria farà, come ha già fatto, le attività necessarie per stroncare questi abusi e delitti contro l'ambiente, le persone e gli animali".

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