venerdì 13 settembre 2024
Ibrahima Balde è arrivato su un barcone anni fa: ora vive a Terni, lavora e tifa Ternana. Ma non dimenica la sua terra: "Ho messo in piedi un progetto per sostenere scuole e squadre del posto"
I ragazzi del villaggio di Ndorna Bounda

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Restituire quello che si è ricevuto, per contribuire concretamente a ridurre la povertà di una zona molto difficile del Senegal. Issa Ibrahima Baldè ha appena 22 anni ma la vita gli ha già riservato diverse sfide, che adesso sta vincendo. E ora ha deciso di rimboccarsi le maniche per aiutare concretamente la sua terra.

Issa vive a Terni da quattro anni ma è in Italia da quando ne ha 14: orfano di padre, è scappato da Ndorna Bounda, un piccolo villaggio di 2700 anime dal Senegal perché voleva vivere la sua vita: “Quando è morto mio padre – spiega – mia madre è stata data in sposa a mio fratello e per me è cambiato tutto, perché non volevano che andassi più a scuola, mi volevano costringere a fare solo ciò che dicevano loro. Io invece avevo altri piani”. Issa non fugge quindi da una guerra e la sua famiglia è benestante. Scappa dal Senegal perché voleva riprendersi il futuro che la nuova famiglia gli stava negando. Così arriva in Italia fra barcone e pullman: Mali, Burkina Faso, Niger, Libia: “La barca stava quasi per affondare – ricorda – io non sapevo nuotare e l’acqua mi arrivava alle caviglie. Le donne a fianco a me urlavano di paura, quelle immagini mi sono rimaste dentro e per un mese non ho dormito”.
La Guardia Costiera li sbarca in Calabria e dopo un mese arriva in Umbria, in un centro di accoglienza nella frazione perugina di Ponte Felcino e quindi a Gualdo Tadino: “Ero il più piccolo del gruppo, ci sono rimasto per due anni ma non vedevo l’ora di andare via – spiega -Perché io avevo voglia di studiare, di integrarmi e invece mi sono accorto presto che lì dentro eravamo solo numeri. Ci tenevano lì senza fare nulla ma anche senza poter andare via, perché uno in più o in meno faceva differenza”.
Attraverso l’Arci, arriva a Terni e riparte da zero: “Mi sono iscritto a scuola, ho imparato l’italiano, ho anche fatto la tessera della biblioteca – spiega ad Avvenire- Imparavo velocemente, così ho dato presto gli esami terza media”. Inizia a lavorare come cameriere, svolge il servizio civile con l’Auser e nel frattempo si diploma operatore socio sanitario, situazione che gli permette di trovare lavoro presso una residenza anziani.

Ma Issa ha anche un’altra passione, quella del calcio e ben presto diventa tifoso della Ternana. È così che fa la conoscenza dell’allora tecnico rossoverde Cristiano Lucarelli, che si appassiona alla sua storia e gli dona palloni e attrezzatura da calcio. Issa infatti ha in testa un’idea: tornare nel suo villaggio e aiutare quella gente, particolarmente i bambini: “Ho avuto la fortuna di essere benestante, ma ho toccato con mano cosa significa per tanti crescere in quel posto – spiega Issa - niente corrente elettrica, acqua solo dai pochi pozzi. Quella è una zona rurale e manca anche l’essenziale. Così ho deciso di mettere in piedi un progetto di solidarietà per aiutare la scuola e anche le società sportive del posto”. Grazie agli aiuti degli amici nella capitale Dakar, poi attraverso il passaparola e infine anche col materiale raccolto a Terni, Issa fornisce palloni e materiale da calcio a gran parte delle società del posto e materiale didattico alla scuola. Il primo viaggio verso il Senegal è stato indimenticabile: “Sono partito con due valigie piene di materiale per la scuola, mancavo da tanti anni e ho trovato una situazione desolante: classi ammassate insieme per carenza di spazi e mancanza anche dell’essenziale. Sono arrivato il giorno prima di un esame importante per i bambini della scuola elementare e non avevano nemmeno le penne per scrivere. Quando ho mostrato loro che ce le avevo io hanno fatto un gran sorriso”. Ma non è finita perché Issa fa loro anche da autista grazie ad un piccolo pullman che riesce a farsi dare: “Ho visto la loro felicità e questo mi spinge ad andare avanti”, dice Issa. Che quest’anno grazie alle donazioni e col supporto di associazioni solidali è riuscito a portare a termine un altro progetto: il rifacimento del tetto della scuola del villaggio, che poi ha completamente rifornito di materiale: computer, anche usati, tablet, sedie, banchi, cancelleria, lavagne, quaderni, penne. A febbraio conta di tornare, portando nuovo materiale per il quale con l’Arci organizza periodicamente raccolta fondi.
In tutto questo, soltanto di recente è riuscito a trovare casa per sé (“Non ho un contratto fisso e quindi le agenzie non me la danno”, dice). Per la cittadinanza italiana, nonostante sia ormai perfettamente integrato, invece c’è ancora da attendere.

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