domenica 27 gennaio 2019
Il segretario della Cei Stefano Russo: il dramma che si consuma davanti alle nostre coste non può lasciarci in silenzio. A bordo 47 naufraghi, 13 sono minorenni
Sea Watch, tre parlamentari a bordo. La Cei: pronti a farci carico dei minori
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La Sea Watch 3 si trova alla fonda a un miglio dalle coste di Siracusa, per proteggere i 47 migranti e l’equipaggio dalle cattive condizioni del tempo, ma non ha ancora ricevuto l'autorizzazione a far scendere le persone a bordo. Domenica mattina tre parlamentari sono saliti a bordo dell'imbarcazione, avvicinata con un gommone. Oltre a Nicola Fratoianni di Si-Leu, che ha dato la notizia, ci sono Stefania Prestigiacomo di Forza Italia, e Riccardo Magi, di +Europa. Con loro anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Il gruppo è salpato nelle prime ore del mattina a bordo di una piccola imbarcazione e ha raggiunto la nave nella baia di Santa Panagia, per verificare le condizioni dei migranti, tra i quali 13 minori. Con loro anche una mediatrice culturale, un avvocato e uno psichiatra.

A bordo c'è "una situazione difficile. Decine di persone tutte stipate in una unica stanza", ha riferito Riccardo Magi. La delegazione ha chiesto lo sbarco di tutti i migranti al più presto. "Siamo venuti qui per verificare le condizioni di chi sta a bordo. Li abbiamo incontrati e ci hanno mostrato le loro cicatrici, le torture subite. I loro occhi dicono tutto. Sono persone che sono state salvate e chiedono che vengano riconosciuti i loro diritti umani", ha aggiunto dalla Sea Watch Nicola Fratoianni.

Nella tarda mattinata di domenica una motovedetta della Guardia costiera è partita dal porto di Siracusa con a bordo indumenti e viveri su ordine della Prefettura verso la Sea Watch. A bordo si trova anche la dottoressa dell'Ufficio sanità marittima che si dovrà occupare del controllo sanitario dei parlamentari che sono sulla nave della Ong.

LA CEI: DRAMMA CHE NON PIUO' LASCIARCI IN SILENZIO

“Pur condividendo che la risposta a un fenomeno così globale come quello migratorio chiama in causa tutti i Paesi europei, il dramma che si consuma davanti alle nostre coste non può lasciarci in silenzio”. Con queste parole monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, spiega la disponibilità della Chiesa a farsi carico – attraverso Caritas Italiana – dei minori che si trovano a bordo della nave Sea Watch. “La nostra voce – aggiunge Russo – si unisce a quella della Chiesa di Siracusa, come pure di altre Istituzioni, Associazioni e Comunità che si riconoscono impossibilitati a distogliere ulteriormente lo sguardo da queste vittime”.

ANCHE LA COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII PRONTA ALL'ACCOGLIENZA COME LA DIOCESI DI SIRACUSA

Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII ha dato la sua disponibilità a ospitare i 13 ragazzini minorenni presenti a bordo della Sea Watch 3. «Siamo pronti anche ad ospitare i genitori di quelli accompagnati se necessario» precisa il presidente Paolo Ramonda. Se la mediazione andrà in porto, i migranti saranno ospitati presso la casa Annunziata di Reggio Calabria. «Vogliamo lavorare per il bene comune» spiega la Comunità, che già si fece carico di alcuni migranti della nave Diciotti. Questa disponibilità all'accoglienza da parte della Chiesa italiana, va precisato che è stata respinta con asprezza dal ministro dell'Interno Matteo Salvini.

È in corso da alcune ore una riunione nella sede della Capitaneria di porto di Siracusa, alla presenza della garante per l'Infanzia, l'avvocato Carla Trommino, e della Guardia costiera e Guardia di Finanza, per decidere se fare sbarcare gli otto minori non accompagnati, a cui si aggiungono altri 5 minori con le loro famiglie, che si trovano sulla nave Sea watch 3 in rada davanti alle coste di Siracusa.

Salvini tiene il punto sulla chiusura dei porti italiani con il trito leitmotiv: "Bandiera olandese, Ong tedesca. Aprano i porti di Rotterdam o Amburgo, in Italia posto non ce n'è". C’è una precisazione da fare però, sottolineata anche da il Post, al di là delle considerazioni politiche: non esiste una norma che dica che i migranti soccorsi da una nave siano responsabilità del paese di bandiera di quella nave: esiste invece una norma che parla di primo “porto sicuro”, cioè di far approdare i migranti nel porto più sicuro e più vicino al luogo dove è avvenuto il soccorso: nel caso della Sea Watch 3 sarebbe senza dubbio l’Italia.

L'AUTORITÀ GARANTE PER L'INFANZIA: I MINORI NON POSSONO ESSERE RESPINTI

Con una lettera inviata alla Guardia Costiera e al Viminale, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha chiesto informazioni ufficiali sul numero dei minorenni a bordo dell’imbarcazione. “Informazioni fondamentali perché possano essere messe in atto tempestive ed efficaci misure di accoglienza”.
Nella lettera l’Autorità garante precisa che “quelle richieste sono informazioni fondamentali perché possano essere messe in atto tempestive ed efficaci misure di accoglienza come stabilito dall'ordinamento giuridico italiano e dagli obblighi internazionali”. Misure previste “sia a favore dei minorenni che arrivano soli nel nostro Paese, per i quali l’art. 3 della legge 47/2017 stabilisce che: ‘In nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati’; sia nei confronti dei ragazzi che arrivano accompagnati da un adulto, in quanto, in questi casi, occorre preliminarmente accertare la reale sussistenza di un rapporto di filiazione o di un legittimo affidamento”, conclude la nota dell’Autorità garante.

La richiesta perentoria della Procura dei minori, che chiedeva lo sbarco immediato dei ragazzini stranieri (13, di cui 8 non accompagnati) a bordo della Sea Watch era arrivata già venerdì. Ma neanche questo aveva interrotto il braccio di ferro non dichiarato tra governo e autorità marittime. L’esecutivo non vuole far sbarcare i migranti della Sea Watch, arrivati ormai a poche bracciate dalle spiagge siracusane. La Capitaneria aveva invece autorizzato la nave ad avvicinarsi e gettare l’àncora, «in attesa di sviluppi», come ha dichiarato il comandante generale Giovanni Pettorino. Venerdì mattina la nave Sea Watch 3 è stata autorizzata a entrare nelle acque territoriali italiane dove si è ancorata a poco più di un chilometro da Punta Magnisi, a Siracusa, non lontano dal pontile a cui si agganciano le petroliere che scaricano il greggio per il vicino petrolchimico. La capitaneria ha dato l’ok per garantire la sicurezza dell’unità e delle persone a bordo. Sulla terraferma è tutto pronto per un eventuale sbarco. Le autorità civili e di assistenza sono rimaste in preallerta, approntando la macchina dell’accoglienza in attesa di porre fine all'odissea delle persone a bordo della Sea Watch 3.


L'APPELLO DELLA SOCIETÀ CIVILE: «FATELI SCENDERE»

Per il momento non ci sono notizie di negoziati in corso tra paesi europei per accogliere i 47 migranti a bordo: ma la società civile ha già cominciato a reagire. “Fateli scendere”. È l’appello lanciato da associazioni e cittadini che da stamattina sono riuniti in un presidio a Siracusa per chiedere lo sbarco immediato delle persone a bordo della Sea Watch 3, ancora bloccata a poca distanza dalle coste siciliane. Ora dopo ora si moltiplicano le richieste di intervento rivolte alle autorità competenti. Da Unicef all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, da ActionAid a Save the Children, tutti chiedono di mettere fine a questa vicenda che vede coinvolti 47 migranti soccorsi ormai una settimana fa al largo delle coste libiche.

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