Il trasbordo dei migranti dalla nave Sea Eye (Alexander Draheim /sea-eye.org)
Malta ha autorizzato lo sbarco delle persone salvate a bordo delle due navi Sea Watch 3 e Sea Eye: assieme ad alcune delle 249 persone soccorse dalla Guardia costiera maltese nelle ultime settimane, i profughi verranno ricollocati in otto diversi Stati europei. La notizia è stata data mercoledì mattina in conferenza stampa dal primo ministro maltese, Joseph Muscat, che ha annunciato il via libera all'accordo europeo per ripartire i migranti delle navi Sea Watch e Sea Eye da 19 giorni "in ostaggio" in mare con 49 persone salvate a bordo.
L’operazione per trasferire i migranti sulle navi delle forze armate maltesi è iniziata nel pomeriggio.
Coinvolti nell'accordo per la redistribuzione dei profughi, oltre all'Italia, la Germania, la Francia, il Portogallo, l'Irlanda, la Romania, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. Quanto ai 249 migranti che Malta ha soccorso alla fine di dicembre, 131 verranno ricollocati in altri Paesi Ue e 44 provenienti dal Bangladesh verranno rimpatriati, ha aggiunto il premier maltese.
L'Italia soltanto nella notte tra mercoledì e giovedì ha fatto sapere che accetterà una decina di migranti tra quelli sbarcati a Malta, ma a farsene carico sarà la chiesa Valdese, e la Commissione Ue dovrà far rispettare l'impegno di alcuni Paesi a ricollocare oltre 200 persone giunte in agosto sulle coste italiane. È il compromesso tra M5s e Lega alla fine di vertice di maggioranza che si è tenuto a Palazzo Chigi sulla vicenda della Sea Watch e dei migranti lasciati in mare per settimane.
"Manteniamo l'impegno ad accogliere donne e bambini senza dividere i nuclei familiari, li affideremo alla chiesa Valdese che si è offerta di accoglierli senza oneri per lo Stato", ha riferito una fonte del governo dopo la fine della riunione.
Il momento in cui viene annunciato il via libera al trasferimento: esplode la gioia
Il premier Muscat ha spiegato di aver autorizzato il trasferimento dei migranti sulle navi della Marina militare maltese, mettendo così fine all'odissea umanitaria, alle fatiche terribili e alle sofferenze delle 49 persone soccorse e tenute bloccate in mare per 19 giorni.
Le due navi delle Ong tedesche, invece, non sono state autorizzate a entrare nel porto maltese: a loro è stato chiesto di allontanarsi immediatamente dalle acque territoriali maltesi, dopo la conclusione dell'operazione di trasbordo dei naufraghi sotto costa. Muscat ha sottolineato sin dall'inizio che Malta ha dato il via libera allo sbarco nonostante "il caso delle navi Sea Watch 3 e Prof Albrecht Penck è avvenuto fuori dalle zone di responsabilità di Malta": "non eravamo le autorità responsabili e non eravamo il porto sicuro più vicino". La Valletta ha sollevato la questione di altri 249 migranti salvati da Malta e attualmente sull'isola e ha ottenuto che anche 220 di questi, nell'ambito dell'accordo, verranno redistribuiti in altri Paesi Ue o rimpatriati.
"Durante il nostro impegno con la Commissione Ue per la risoluzione di questa crisi (dei 49 sulle navi di Sea Watch e Sea Eye ndr), abbiamo ricordato a tutti che Malta ha salvato unilateralmente altre 249 persone in mare, le cui vite erano chiaramente in pericolo. Queste missioni sono avvenute in zone in cui Malta è responsabile: abbiamo allora sottolineato che non ha senso che un meccanismo di solidarietà ad hoc venga applicato solo nel caso in cui viene negato un porto sicuro, mentre quando gli Stati membri rispettano i loro obblighi vengono ignorati", ha detto Muscat, che ha poi concluso ringraziando la Commissione Ue per avere coordinato gli sforzi per arrivare a una soluzione.
IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL PREMIER MALTESE
E da Varsavia sono arrivate subito le prime dichiarazioni del ministro dell'Interno Salvini che in ogni modo si era opposto al raggiungimento di un accordo per le 49 persone soccorse dalle due Ong tedesche, ribadendo di non voler cedere sulla linea dei porti chiusi (che poi chiusi, non sono come ha mostrato Avvenire, ndr): "Mentre col premier e col ministro dell'Interno polacco parliamo di protezione delle frontiere esterne dell'Europa e di sicurezza, leggo che a Bruxelles fanno finta di non capire e agevolano il lavoro di scafisti e Ong. Sono e rimarrò assolutamente contrario a nuovi arrivi in Italia. E continuo a lavorare per espellere i troppi clandestini già' presenti sul nostro territorio. Cedere alle pressioni e alle minacce dell'Europa e delle Ong è un segnale di debolezza che gli italiani non meritano".
Le tensioni politiche interne in Italia sono fortissime: "Il governo non cadrà, ma pretendo chiarimento immediato nelle prossime ore. Appena rientro in Italia" ha proseguito Salvini da Varsavia. "Non autorizzo arrivi di migranti. Ci si consulta prima di prendere decisioni come questa. Non capisco questa accelerazione di Conte. Io ho controllo sui porti, il ministro Toninelli può decidere solo sulle acque territoriali. Per me possono calarsi con il parapendio, arrivare in elicottero, non ho controllo sullo spazio aereo".
È SCONTRO POLITICO TRA SALVINI E CONTE: NELLA NOTTE VERTICE DEL GOVERNO ITALIANO
L'annuncio della soluzione tanto penata e attesa dai 49 naufraghi ridotti allo stremo e in condizioni psicofisiche sempre più difficile è arrivata dopo un braccio di ferro tutto politico, interno al governo italiano: iniziato già martedì quando vi era stato uno scontro eclatante, a colpi di tweet e battute televisive, tra il premier Conte e il ministro dell'Interno Salvini.
"Niente sbarchi in Italia? Li andrò a prendere con l’aereo". Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Porta a porta, aveva replicato al ministro Salvini, che nei giorni scorsi ha sempre ribadito la sua personale chiusura all'ipotesi di accogliere in Italia alcuni dei migranti a bordo delle due imbarcazioni al largo di Malta.
"Chi ha veramente ha a cuore il futuro di migliaia di africani deve evitare che qualsiasi barcone arrivi in Italia: non cambierò mai idea", è stata la replica del ministro dell’Interno in diretta Facebook. "Non ci sarà mai l’ok mio e di alcun ministro della Lega, anche se mi si dice è in via eccezionale". L'ira del ministro sarebbe anche dovuta al fatto che l'Europa deve ancora mantenere la parola e accogliere centinaia di immigrati sbarcati in Italia.
Nella notte si è tenuto un un faccia a faccia tra Salvini e Conte per un chiarimento, che potrebbe veder tirare in ballo non solo lo "sgambetto" sui migranti ma anche il decreto sul reddito di cittadinanza, che rischia di slittare, e la Tav: fermare l'opera ha costi troppo elevati, avvertono i leghisti, e il prezzo che si rischia di pagare con la Francia è lo stop all'operazione Fincantieri-Stx.
Ma anche il vertice è stato al centro di una prova di forza, è iniziato alle 23 dopo essere stato a lungo in ballo con la possibilità che slittasse.
SEA WATCH DOPO L'ACCORDO TROVATO: SERVONO SOLUZIONI STRUTTURALI PER LA REDISTRIBUZIONE DEI NAUFRAGHI
"Oggi il tempo è peggiorato, la situazione a bordo è sempre più difficile. Oggi e domani sarà difficile stare in mare. Anche se si è vicini alla costa non è facile tenere una rotta stabile". Con queste parole dopo 19 giorni tenuti "in ostaggio" in mare nella mattinata prima della svolta che ha risolto la crisi umanitaria, Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch aveva spiegato quali fossero le condizioni meteo e lo stato d'animo delle persone ancora bloccate sulle navi Sea Watch 3 e Professor Albrecht Penck.
Dopo che si è saputo dell'accordo raggiunto da Malta con gli altri 8 Stati dell'Ue l' intero equipaggio della Sea Watch ha voluto ringraziare per la solidarietà espressa dalla società civile.
"Siamo contenti che si sia riusciti ad arrivare a una soluzione europea, anche se questo ha preso molto tempo e dimostra che sia necessario organizzarsi per avere una soluzione redistributiva immediata. Non è possibile che lo scarico sia condizionale al raggiungimento di un accordo tra Stati membri” ha affermato la portavoce di Sea Watch. Sea-watch ringrazia “tutta la società civile che si è mossa in questi giorni e ha dimostrato una grande solidarietà”.
In particolare, le organizzazioni di United4Med, che hanno dato il loro supporto, e “tutte le persone che si sono rese disponibili su ogni livello, dai porti al cibo. Per noi significa tantissimo perché dimostra che c’è un’Europa diversa”. “Siamo contenti di poter finalmente liberare le persone che sono imprigionate da quasi 20 giorni a bordo. Ci rendiamo conto dello sforzo di Malta che non può farsi carico degli sbarchi di tutte le navi soccorse anche al di fuori della propria area Sar. Crediamo che sia responsabilità degli Stati membri trovare un accordo sulla redistribuzione, ma non è possibile aspettare 20 giorni per uno sbarco perché non riescono ad accordarsi”.