Il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri (s), il segretario generale Cisl Luigi Sbarra e il segretario generale Cgil Maurizio Landini alla Fiera di Roma durante il XIX Congesso della CISL, Roma, 25 Maggio 2022 - ANSA/GIUSEPPE LAMI
All’Italia «serve una vera e propria ricostruzione, un «nuovo modello di sviluppo» che, oggi più che mai, ha bisogno per affermarsi di un patto sociale tra imprese governo e sindacati e di una nuova politica dei redditi. Una ricostruzione che faccia perno sul valore del lavoro perché gli anni drammatici della pandemia dimostrano che «è il lavoro che ha salvato l’Italia e l’Europa» e «che non può bastare un algoritmo a far girare il mondo» al posto delle persone in carne e ossa.
Il segretario generale Luigi Sbarra dal XIX congresso della Cisl delinea la rotta del sindacato. A partire da un approccio contrattualista e partecipativo che lo porta a dire no al «salario minimo di Stato» e a lanciare una raccolta di firma perché i lavoratori siano rappresentati negli organismi direttivi delle aziende, a partire da quelle pubbliche.
Dopo il Covid, con la guerra in corso e il boom dell’inflazione oggi siamo «nel mezzo di una tempesta perfetta» che, avverte il numero uno della Cisl, «da qui a dicembre graverà sulle famiglie e sui bilanci per 70-100 miliardi», a seconda dell’andamento dei costi energetici. Le priorità sono quelle, intanto, di difendere i consumi e l’occupazione nella fase di emergenza, poi in prospettiva di dare respiro ai redditi con una riforma del fisco e il rinnovo i contratti. «Dopo decenni di perdita salariale, non possiamo accontentarci di riallineare i redditi all'inflazione, dobbiamo elevare il potere reale d’acquisto di lavoratori, pensionati e famiglie», - afferma Sbarra che chiede di rivedere «i criteri di distribuzione della produttività» e «l’indice di rivalutazione dei salari» anche alla luce del caro-energia (che oggi non concorre all’adeguamento dei salari).
Agli altri sindacati Sbarra offre una nuova stagione di dialogo, dopo la rottura sullo sciopero generale indetto da Cgil e Uil lo scorso dicembre, purché questo non significhi «omologazione a un pensiero unico». «L’unità non è un feticcio fine a se stesso», deve essere invece, «costruzione di sintesi avanzate capaci di rispettare tutte le sensibilità sociali di una società complessa come la nostra». E’ il disegno di un sindacato «autonomo, riformista e pragmatico» che, spiega Sbarra, «non rinuncia al conflitto quando è necessario ma che ambisce ed è capace di essere strumento di trasformazione del modello di sviluppo in senso solidale partecipativo». Un soggetto «lontano dai modelli novecenteschi basati sull’antagonismo» e un sindacato che «non deve seguire, ma guidare. Non percorrere vie veloci di un consenso di pancia, ma quelle più giuste, capaci di condurre alla meta».
«Esserci per cambiare. Persona, lavoro, partecipazione per il futuro del Paese». Lo slogan scelto per l’assise confederale Cisl cita una frase di Tina Anselmi, l’esponente democristiana che iniziò il suo impegno pubblico proprio nella Cisl e alla quale Sbarra dedica il congresso ricordandone la partecipazione alla guerra partigiana. Una sottolineatura non casuale in una relazione nella quale il segretario schiera la Cisl «nel supporto incondizionato alle ragioni dello Stato sovrano e del popolo dell’Ucraina, che ha saputo resistere all’invasione sanguinaria di un autocrate», bocciando la strada di «una pace purché sia».
Al congresso, cui sono presenti oltre mille delegati in rappresentanza di oltre 4 milioni di iscritti, oggi hanno inviato un messaggio Papa Francesco, invitando il sindacato a una «rinnovata attenzione alla centralità della persona umana» e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che indica «nella dignità del lavoro il motore del progresso dell'intera società».
Ad ascoltare il segretario, in carica da poco più di un anno, i leader dei partiti e degli altri sindacati mentre domani l’assise ospiterà un intervento di Mario Draghi. Al premier Sbarra riconosce di avere riavviato un dialogo sociale dopo la fase «disastrosa della disintermediazione». Segnali che oggi vanno confermati e rafforzati. «Lanciamo la sfida al governo e alle associazioni datoriali e alle altre organizzazioni sindacali a ritrovarsi in un campo largo di responsabilità per concertare e condividere un nuovo e moderno patto sociale, che metta come priorità la qualità e la stabilità del lavoro, il rilancio degli investimenti e la coesione sociale», ha detto Sbarra richiamando «lo spirito del '93» (il patto sui redditi firmato da Ciampi). Tra le priorità della Cisl anche una riforma delle pensioni che eviti con il prossimo anno lo scalone di 5 anni nell’età di uscita, e una particolare attenzione all’attuazione del Pnrr che dovrà contenere precise condizionalità per aumentare l’occupazione, specialmente quella femminile e giovanile, e ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali.