mercoledì 4 settembre 2024
Giornata di passione per il ministro della Cultura che va in tv: «Avevo una relazione con la signora Boccia, ma non sono ricattabile. Ho pagato con la carta. Volevo lasciare, Meloni ha detto no»
Il ministro Sangiuliano questa sera al Tg1

Il ministro Sangiuliano questa sera al Tg1 - ANSA

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Travolto dal terremoto mediatico Gennaro Sangiuliano ha provato gettare la spugna e ha presentato le dimissioni a Giorgia Meloni. Lei però le ha respinte e per ora il ministro resta dov’è. Difficile dire per quanto tempo, perché anche se giura di «non voler ricattare nessuno», la vendetta di Maria Rosaria Boccia somiglia tanto a quella di chi, sedotto e abbandonato, decide di trascinare con sé l’oggetto del suo desiderio. Pare perfino provarci gusto, almeno a giudicare dal suo profilo Instagram, dove questa sera ha postato una confezione di popcorn poco prima dell’intervista del titolare della Cultura al Tg1(con il direttore Gian Marco Chiocci).

Lui, invece, è apparso provato, ha ammesso una «relazione di tipo affettivo», ma ha ribadito «in maniera categorica» che il suo dicastero non ha «speso un solo euro» per i viaggi dell’imprenditrice, affermando di non essere «ricattabile». Poi una serie di precisazioni sulle foto apparse in questi giorni, sui viaggi fatti assieme e sulla decisione «di interrompere il percorso di nomina di Boccia a consigliere per i Grandi eventi». Nessun rischio neanche per il G7 della Cultura perché l’imprenditrice «non ha mai avuto accesso a documenti riservati», al massimo a una «bozza di programma», quindi «non c’è alcun problema di sicurezza» per l’evento. Infine il capitolo più imbarazzante, con la conferma che è stata sua moglie a fare pressioni affinché interrompesse la frequentazione. E a lei che il ministro ha chiesto scusa in lacrime a fine intervista («la persona più importante della mia vita»), prima ancora che alla premier e ai suoi collaboratori.

Certo la giornata di Sangiuliano non deve essere stata facile. Boccia lo ha incalzato per tutta la mattina con una scia di post rimbalzati ovunque. Uno in particolare aveva il sapore di un ultimatum : «Te l'ho detto al telefono e te lo ripeto stamattina: sono pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà per coprire gente che non merita i tuoi sani valori. Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e a cui voglio bene». Poi la precisazione: «Al momento non commento le dichiarazioni lette sul quotidiano La Stampa». Senza contare i nuovi documenti fatti circolare a difesa della sua «dignità», tra cui l'audio di una telefonata con un dirigente del ministero e lo screenshot di una mail in cui le vengono forniti contatti «per la sua nomina quale Consigliera del ministro per i grandi eventi».

Tra le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano torinese ci sono anche gli sfoghi di Sangiuliano sull’utilizzo dell’auto blu da parte di Matteo Salvini: «Cosa credete che facesse con la Isoardi? E poi con la Verdini, anche prima di stabilizzare la loro relazione?». Ne è venuto fuori un piccolo caso, tutto interno alla maggioranza, e il titolare della Cultura si è visto costretto a ribadire la sua «stima per Salvini». Lo stesso vicepremier leghista ne ha parlato, ma non ha infierito: «Io mi fido dei colleghi con cui lavoro».

Nel frattempo l’opposizione faceva il suo lavoro. Il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ha presentato un esposto alla Procura di Roma per sapere «se Boccia abbia o meno utilizzato mezzi e servizi dello Stato». Italia Viva ha chiesto una riunione dei capigruppo per calendarizzare al più presto un’informativa urgente della premier sul caso e Matteo Renzi ha descritto Sangiuliano come «lo zimbello del Paese». I dem hanno nuovamente insistito sulle dimissioni ed Elly Schlein ha paragonato il governo a «una saga di Beautiful». Il meno duro, sorprendentemente, è stato il leader pentastellato Giuseppe Conte, deciso a anche lui a chiedere al ministro di riferire in Parlamento, ma non ancora persuaso che occorrano le dimissioni («Valuteremo tutti gli elementi»).

Meloni per ora resta in attesa, ma ai cronisti non è sfuggita la visita del presidente del Maxxi, Alessandro Giuli, al ministero della Cultura. Il giornalista è uno dei possibili nomi indicati per l’eventuale sostituzione di Sangiuliano. Il capo dell’esecutivo eviterebbe volentieri un cambio in corsa, specie con la posizione di Daniela Santanchè in bilico. Ma di fronte a una condotta inadeguata potrebbe anche decidere di mostrare intransigenza e chissà che questo non finisca per rafforzarla.



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