Ansa
La procura di Roma ha aperto un fascicolo su Gennaro Sangiuliano. L’ormai ex ministro della Cultura è indagato per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio. È l'effetto dell’esposto presentato la settimana scorsa dal leader di Avs, Angelo Bonelli, in pieno scandalo Bocciagate, il cui risvolto giudiziario è ora destinato turbare la tranquillità che Giorgia Meloni pensava di aver raggiunto con le dimissioni dell’ex direttore del Tg2. Oggi i pm capitolini trasmetteranno gli atti al Tribunale dei ministri, visto che Sangiuliano ha lasciato il suo posto nella squadra di Palazzo Chigi solo pochi giorni fa. L'organismo avrà 90 giorni per compiere le sue verifiche. I reati contestati sono diretta conseguenza dell’affaire che ha coinvolto l’imprenditrice campana e gli inquirenti dovranno capire se i soldi per i suoi viaggi siano stati pagati dal dicastero (oppure, che è lo stesso, dagli enti da questo finanziati) e se le carte ricevute da Boccia sul G7 sono da considerarsi materiale riservato che non sarebbe dovuto finire nelle sue mani.
«Non ho commenti da fare, devo parlare con il dottor Sangiuliano», ha dichiarato il legale dell'ex ministro, Silverio Sica, confermando la natura dell'apertura del fascicolo come «atto dovuto». «Ho visionato le chat dell'ex ministro e sono sereno. Non ho alcun timore di quello che può dire questa signora», ha poi aggiunto rispondendo a chi gli chiedeva un commento sull'attesa intervista di Boccia in tv (questa sera).
Le indagini si concentrano sulle visite dell'ex ministro e di Boccia in Liguria e in Puglia. Sangiuliano ha già dichiarato che le spese per quei viaggi erano a carico degli organizzatori dei festival di cui l’allora titolare della Cultura e l’ aspirante organizzatrice erano ospiti, ma appunto perché è il Mic a garantire risorse a quegli enti la sostanza non cambierebbe. E poi c’è da capire se Sangiuliano, pur avendo pagato di tasca sua alcuni dei viaggi di Boccia, abbia o meno inserito nel conto dei rimborsi quelle spese.
Il tutto mentre la Corte dei Conti sta passando al setaccio le transazioni del ministero sullo stesso fronte per capire se ci sia stato o meno un danno erariale. Se così fosse anche questo illecito peserà sulle spalle di Sangiuliano, il quale però ha già chiarito che «neppure un euro pubblico è stato speso per gli impegni di Boccia» e, anzi, si è detto «lieto» dell'indagine della Corte, che ora «potrà accertare la mia correttezza». Resta però da chiarire anche un altro capitolo, quello legato a una serie di nomine effettuate dal Mic sotto la guida di Sangiuliano, tra cui quelle alla società in house del dicastero, Ales-Arte Lavoro e Servizi Spa, oggetto di una di un’interrogazione parlamentare di Italia viva depositata nelle scorse settimane.
Nel frattempo, e sempre in Procura a Roma, a giorni verrà trasmessa per via telematica la denuncia dell’ex ministro a carico di Boccia. L'influencer ha fatto parlare di sé anche oggi e su Instagram, usando toni piuttosto altisonanti, si è detta intenzionata a difendere la sua dignità: «Nella difesa della virtù del popolo risiede il principio di conservazione dello Stato repubblicano. È mio diritto tutelare la verità della mia onorabilità, macchiata dalle offese del ministro della Cultura. Nonostante ciò, non ho ancora ricevuto scuse ufficiali; anzi, sono stata più volte minacciata di denuncia. Per questo, per amore della democrazia e della Repubblica, devo difendere con fermezza la mia onorabilità di donna e di cittadina repubblicana. È necessario, quindi, che io dimostri la verità della mia virtù offesa».
Dopo l'annuncio di voler sporgere querela, Sangiuliano continua a limitare le sue dichiarazioni sul caso, impegnato a riprendere in mano la sua vita e la sua carriera da giornalista. Ieri, stando ad alcune indiscrezioni giornalistiche, è stato visto mentre entrava nella sede Rai di Viale Mazzini. Lì avrebbe incontrato i vertici dell'azienda per parlare del suo rientro nell'organico aziendale. All'uscita non ha però voluto rilasciare dichiarazioni: «Non dico nulla. Per favore vi chiedo di rispettare la mia privacy», le uniche parole rilasciate.