Ansa
Bisognerà attendere l’anno nuovo, forse entro marzo, per conoscere la risposta dell’Aula del Senato alla nuova richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania a carico del segretario della Lega ed ex titolare dell’Interno, Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti. Intanto oggi la Giunta delle Immunità del Senato esaminerà alle ore 13,30 la domanda di autorizzazione a procedere nei confronti del senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di Ministro dell’interno pro tempore. Il relatore sarà Maurizio Gasparri.
La novità è che stavolta M5s (al governo col Pd e non più con la Lega) non voterà come nella vicenda Diciotti, quando il Senato respinse la richiesta: «Quando bloccammo la nave Diciotti era perché non si ridistribuivano i migranti – dice in serata Luigi Di Maio –. Il blocco della Gregoretti non fu voluto dal governo, perché allora la redistribuzione era stata decisa: fu un’azione personale del ministro. Voteremo contro "l’interesse pubblico" perché questa è la dizione». Un cambio di rotta perentorio, considerato che per la Diciotti sulla linea da tenere venne interpellata anche la base, sulla piattaforma Rousseau.L’atto giudiziario, giunto alla presidenza di Palazzo Madama il 12 dicembre, è stato reso noto dallo stesso Salvini: «Rischio 15 anni di carcere per sequestro di persona aggravato».
Per lui, l’ipotesi di reato è di aver «abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell’unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio», quando fu disposta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nell’ambito di un accordo per la distribuzione dei migranti in altri 5 paesi Ue. I magistrati Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Roberto Corda sono gli stessi della richiesta Diciotti.
E come allora, pure stavolta la procura catanese, guidata da Carmelo Zuccaro, si era pronunciata per l’archiviazione, ritenendo che «l’attesa di 3 giorni per uno sbarco» non possa «considerarsi un’illegittima privazione della libertà» dei migranti, giacché le «limitazioni sono proseguite poi nell’hot spot di Pozzallo e nei centri di accoglienza». Inoltre, per i pm sulla nave vennero «garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità» e «lo sbarco immediato di malati e minorenni».
Argomentazioni non condivise dal Tribunale dei ministri, che contesta a Salvini di avere «determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale» dei migranti, «costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche» sulla nave.Il centrodestra fa quadrato attorno a Salvini. È «inaccettabile» per il capogruppo leghista Massimiliano Romeo «tentare di processare chi, da ministro, ha difeso i confini del proprio Paese», mentre per Enrico Costa (Fi) «le scelte politiche non sono sindacabili dalla magistratura e vanno evitate interpretazioni stravaganti e invasioni di campo».
Dalla maggioranza, si fanno sentire il dem Matteo Orfini («Nessun ministro è al di sopra della legge») e Nicola Fratoianni (Leu): «Salvini mostra rabbia e paura di dover rispondere in tribunale» dei suoi gesti. Il parere della Giunta si profila in bilico: su 23 membri, l’attuale maggioranza ne conta 11; il centrodestra 10; 2 sono di Misto e Autonomie. In Aula, dove ci sarà il voto segreto, sulla carta la maggioranza M5s-Pd-Leu-Iv può contare su oltre 160 voti. Salvini si dice «curioso di vedere che posizione terrà M5s che, sulla vicenda analoga della Diciotti, votò contro la richiesta». In serata, come detto, dal capo pentastellato arriva la risposta che fa infuriare gli ex alleati: « È un piccolo uomo – attacca il deputato leghista Nicola Molteni –. Più che l’onore potè la poltrona».