Sono ore per pensare. Per capire come uscire dall'angolo. Come tornare centrale. Come tornare a far correre la "sua" Lega. Matteo Salvini fa i conti con l'ultima storiaccia del guasto alla linea ferroviaria a Roma. Con gli oltre 100 treni cancellati. Con le stazioni di Termini e Tiburtina in agonia. Con la rabbia dei passeggeri e con quella delle opposizioni. Sono ore complicate. Il ministro reagisce. Si difende. Ma la sua testa non è sui treni. Sulla sua agenda sono due le date segnate in rosso: Pontida domenica sei ottobre il raduno del "Fronte sovranista", Palermo 18 ottobre l'arringa della difesa al processo Open Arms. Due date si legano. E tutto fa pensare che ottobre sia per Matteo Salvini il mese della verità. Il mese dell'all inn. Inferno o Paradiso? Fuori da tutto o di nuovo centrale? Salvini prepara la doppia sfida come una partita a scacchi. Utilizzerà l'evento di Pontida per dichiarare guerra «all'Europa dei tecnocrati», e dunque alla Ue di Ursula von der Leyen. Trasformerà Pontida nell'assemblea dei sovranisti di tutta Europa e da qui proverà a far partire l'operazione rilancio. Con Salvini ci saranno l'ungherese Viktor Orban, l’olandese Wilders, il portoghese Ventura e Marine Le Pen forse si collegherà. Con Salvini ci saranno i grandi temi che scuotono l'Europa. Si aspetta domenica. E c'è chi dai piani alti di Palazzo Chigi assicura che Meloni e Tajani stanno osservando con apprensione e disappunto le manovre del Comandante. Tanti interrogativi sul futuro di Salvini. Tanti nodi da sciogliere. Tanti fronti aperti. Pontida e Palermo. Per dire altolà ai migranti e altolà ai pm. Per dire no a un «processo politico» contro la scelta di «difendere i confini nazionali».
Il governo aspetta. E davanti a un doppio appuntamento dal sapore della vera resa dei conti, l'ultima vicenda treni assume proporzioni diverse. L'attacco delle opposizioni non toglie il sonno a Salvini che si difende: «Colpa di una ditta privata: ho preso nomi e codice fiscale di chi ha lavorato male». È comunque una brutta storia. Con le opposizioni che chiedono le dimissioni del vicepremier. E con lui che contrattacca: «Chi ha causato i disagi sulla rete ferroviaria di Roma e ha sbagliato, oggi, ne dovrà rispondere. I problemi vissuti da migliaia di viaggiatori sono inaccettabili. Andremo fino in fondo, senza sconti, con la determinazione di chi (solo nel 2024) ha investito 9 miliardi nelle ferrovie e ha aperto 1100 cantieri per ammodernare la linea. Vogliamo recuperare decenni di troppi no e non sono ammessi errori». La linea dura preannunciata da Salvini ha immediato riscontro: è già stata infatti sospesa qualsiasi attività tra Rfi, il gruppo che gestisce il settore infrastrutture (cioè stazioni e binari) per Ferrovie dello Stato e la ditta intervenuta sulla tratta ferroviaria Parco Prenestino-Roma Termini, dove si è verificato un danno alla linea con conseguenze sulla circolazione dei treni». Sui social si accende la polemica. Colpa anche l'iniziale silenzio del vicepremier che prende tempo sul caos treni e dedica invece un pensiero molto più lungo alla festa dei nonni. Negli stessi minuti in cui migliaia di pendolari e turisti erano bloccati nelle stazioni Salvini scrive su X un pensieri sui suoi quattro nonni e su tutti i nonni d'Italia. La bufera sui social è immediata. Tutto è sintetizzato in poche dure parole: caro Salvini sai quanti nipotini non potranno andare a trovare i nonni perchè tutti i treni da e per la Capitale sono bloccati? Oggi la situazione è rientrata, i provvedimenti sono già presi, ma le opposizioni ringhiano ancora. «Tante volte ho detto che la Meloni è più influencer che statista. Oggi Salvini l'ha superata. Stazione Termini in tilt, ministro che scappa dai giornalisti a Ostiense ma sui social lui parla dei nonni. Questi non guidano il Paese, questi pensano solo ai like», attacca su X Matteo Renzi.
La cronaca si ferma qui e la politica già guarda a Pontida e a Palermo. E la parola treni viene sostituita da altre parole: Autonomia, migranti, Europa, sovranisti, magistrati, giustizia. Ecco le parole che scuoteranno davvero il governo. Ecco i grandi temi sui quali Salvini costruirà la vera offensiva. Guarda l'Europa. E guarda Palazzo Chigi. Con la consapevolezza che ottobre sarà un mese non facile.