mercoledì 18 settembre 2024
L'escalation in Ucraina e Medio Oriente ha spinto la fondazione PerugiAssisi a non attendere l'appuntamento del 2025: il popolo pacifista marcerà il 21 settembre tra S.Maria degli Angeli e Assisi
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Il popolo pacifista ancora una volta in piazza. «Dopo quasi 1.000 giorni di guerra in Ucraina e quasi un anno di massacri - dicono i promotori - a Gaza appare chiaro che i principali responsabili della politica internazionale, europea e italiana non vogliono sentir ragione. Per questo, nella Giornata Internazionale della Pace, e nell’immediata vigilia del Summit del Futuro dell’Onu a New York il 22 e 23 settembre, Assisi tornerà a riunire le costruttrici e i costruttori di pace». Diretto lo slogan scelto per questa edizione straordinaria della Marcia solitamente biennale da Perugia ad Assisi (che si terrà regolarmente il 12 ottobre del prossimo anno): «Chi ci crede non deve mancare».

Edizione straordinaria, perché l'escalation bellica - in Medio Oriente come in Ucraina - impone di manifestare ora, spiegano gli organizzatori, anche se con un'edizione con percorso accorciato. Sabato 21 appuntamento alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, ai piedi della città di San Francesco, per un incontro con responsabili di associazioni, ong, movimenti, giornalisti, europarlamentari, amministratori locali. Poi alle 15 in marcia verso Assisi, con la manifestazione che si concluderà nella piazza del Comune.

La Marcia sarà preceduta venerdì 20 settembre dall’apertura, sempre ad Assisi, di un “Cantiere dei Giovani Costruttori di Pace” che vedrà protagonisti 40 giovani dai 18 ai 30 anni lavorare per cominciare a organizzare i comitati locali per la prossima Marcia PerugiAssisi del 12 ottobre 2025. L'edizione straordinaria di sabato è stata presentata oggi, in una conferenza stampa nella sala del Consiglio della Provincia di Perugia, da Flavio Lotti, del Comitato organizzatore della Marcia di Assisi, da Stefania Proietti, presidente della Provincia di Perugia e sindaca di Assisi, da Giuseppe Giulietti, fondatore di Articolo 21. Presenti anche i giovani del servizio civile impegnati nel cantiere dei "Giovani per la Pace" e dirigenti scolastici di Gubbio e Perugia che parteciperanno con gli studenti alla Marcia. Al momento sono 272 le associazioni e i movimenti che hanno aderito assieme a 121 tra Comuni, Provincie e Regioni e 10 istituti scolastici.

«Impegnarsi per la pace oggi è più che mai urgente - spiega Stefania Proietti - e ai ragazzi dico: non vi fate scoraggiare da chi dice "tanto non serve, non cambia niente". Voi sarete i politici, gli amministratori locali, i cittadini di domani e potrete cambiare le cose. Noi ci siamo, nello statuto della Provincia di Perugia c'è l'impegno per la pace».

«La pace ha bisogno del contributo di tutti», dice Flavio Lotti: «Le ragioni che ci preoccupano - spiega - stanno crescendo di giorno in giorno. In Libano e Siria la tecnologia ha permesso di ferire 4 mila persone, di cui 400 gravi, e ucciderne 15 in un attentato terroristico compiuto da uno Stato. Sull'Ucraina è in corso una gravissima discussione sul possibile uso di missili europei contro basi e città russe. Sarebbe un ulteriore passo verso la catastrofe: al lancio di quei missili ne seguirebbe un altro sulle capitali europee. Dobbiamo recuperare il senso del pericolo, guardiamo tutto, ma non vediamo davvero cosa sta accaddendo. Non c'è momento più importante per manifestare per la pace che nel giorno che precede lo scoppio di una guerra».

Per Beppe Giulietti, fondatore di Articolo 21, «chi dice che manifestare per la pace non serve a niente vuole che non cambi nulla. Come giornalista invito i colleghi a fare attenzione all'uso delle parole: oggi chi chiede pace a Gaza viene definito antisemita. Si sta raccontando la guerra come una cosa bella. Quelli che dileggiano i pacifisti non li ho mai visti avere compassione per le vittime dei conflitti. Dicono che le informazioni che arrivano da Gaza sono gestite dai terroristi. Ma ci sono 3 mila giornalisti che vorrebbero andare a Gaza e Israele lo impedisce perché non vuole che si veda cosa succede lì».

Lorenzo Magnoni parla a nome dei giovani in servizio civile alla Fondazione PerugiAssisi: «Mi preoccupa che la maggior parte delle persone sembra accettare come inevitabile lo scivolare verso un conflitto mondiale. Soprattuto tra i giovani, che sarebbero i più coinvolti. Per questo dico anch'io che chi crede alla pace sabato non deve mancare»




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