Taser: teniamo a mente questa parola, perché ne sentiremo parlare. Si tratta della volgarmente detta «pistola elettrica», ovvero l’arma che – anziché sparare proiettili di piombo – lancia due piccoli elettrodi attraverso i quali si può poi trasmettere una scarica ad alta tensione ma bassa potenza in grado di 'stordire' o 'paralizzare' temporaneamente una persona, senza ucciderla. Il dibattito si è riaperto da ieri in seguito a un brutto fatto di cronaca: domenica pomeriggio il ventenne ecuadoriano Jesus Jefferson Tomalà è stato ucciso in casa sua a Genova da un poliziotto intervenuto per difendere un collega, il sovrintendente di polizia Paolo Petrella, ferito al ventre con alcune coltellate dal suddetto giovane, che si ribellava a un trattamento sanitario obbligatorio.
Tomalà era stato lasciato dalla compagna, da cui ha avuto una figlia di due mesi, e la madre aveva chiamato le forze dell’ordine in quanto il ragazzo dava in escandescenze contro di lei e l’altra figlia. «Sarebbe bastata una pistola taser per evitare la tragedia», è stato poi il commento di un sindacato di polizia. Giudizio subito ripreso dal capo della Polizia Franco Gabrielli dopo aver fatto visita all’agente ferito (è fuori pericolo): «Abbiamo terminato l’iter per dotare tutto il nostro personale di taser e inizieremo a breve una sperimentazione sul campo.
Cominceremo con i Carabinieri e in parte la Guardia di Finanza in diverse città italiane e poi il taser sarà fornito in dotazione alle forze dell’ordine su tutto il territorio nazionale». In effetti una sperimentazione della pistola elettrica era iniziata in Italia già alla fine del 2014, all’interno del cosiddetto 'decreto stadi', ma sul suo uso persistono perplessità: l’Onu per esempio l’ha inserita tra gli strumenti di tortura e Amnesty International conta a centinaia i casi di morte tra i colpiti, invece i poliziotti Usa l’hanno in dotazione da anni; da noi i taser possono essere venduti a chi ha il porto d’armi ma non devono essere appunto 'portati'...
Data la valenza politica della notizia, non sono mancate le prese di posizione in materia; come quella di Gregorio Fontana, deputato di Forza Italia, che chiede di permettere l’uso dello storditore anche ai privati in quanto «vero e proprio salvavita per legittima difesa». Se ne riparlerà, appunto. Intanto la procura di Genova ha aperto un fascicolo sull’agente che ha sparato al giovane ecuadoriano, procedura d’ufficio per appurare se vi sia stato eccesso nell’uso dell’arma.
Gli amici della vittima hanno organizzato una fiaccolata silenziosa in ricordo di Jefferson e per chiedere verità. Il ministro dell’Interno Salvini ha dichiarato che «non solo da ministro ma da cittadino italiano e da papà sarò vicino in ogni modo possibile a questo poliziotto che ha fatto solo il suo dovere». Infine l’agente ferito ha detto tra le lacrime che «non doveva succedere, potevamo salvarlo».