L'area container dei rifiuti prima della bonifica - Dal Web
Non c’è più l’indegno campo container di Rosarno, insediamento “provvisorio” da 13 anni per i lavoratori immigrati. Era nato dopo la rivolta del 7 gennaio 2010 dei braccianti africani contro lo sfruttamento e le violenze della ‘ndrangheta e degli imprenditori collusi. Era arrivato ad ospitare, in una condizione sempre più degradata, più di 300 persone in località Testa dell’acqua. Un vero e proprio ghetto, abbandonato da tutti, tranne dai volontari come il parroco don Roberto Meduri e Bartolo Mercuri.
L'area prima dello sgombero - Dal Web
Ora l’area è stata completamente liberata e bonificata, e circa cento immigrati sono ospiti di una struttura veramente degna, efficiente, completa. “Villaggio della solidarietà” realizzato nell’area della Betom Medma, ex cementificio confiscato alla potente cosca Bellocco, finanziato 15 anni fa con 2 milioni di euro dal ministero dell’Interno. Una vicenda assurda e infinita. I lavori partono nel 2009 ma poi vengono fermati nel 2013, quando sono quasi completati, per un’interdittiva antimafia. Il “Villaggio” viene completamente vandalizzato. Rubati infissi, cavi elettrici, riscaldamento, grondaie, perfino parte dei tetti. Poi l’abbandono. Fino allo scioglimento del Comune, nell’agosto 2021, per condizionamento della ‘ndrangheta. Con altri 700mila euro, sempre del Viminale, grazie all’impegno della commissione straordinaria, che guida il comune per due anni, viene rimesso tutto a posto.
L'area dopo lo sgombero - Dal Web
Il Villaggio della solidarietà - Dal Web
Ora dovrà essere ben gestito il “Villaggio” per impedire che cada nel degrado come il campo container o come la tendopoli di San Ferdinando realizzata nel marzo 2019, dopo lo sgombero dell’enorme baraccopoli, ma dopo cinque anni ridotta a una nuova baraccopoli. Resta lo scandalo delle sei palazzine bianche a tre piani, 36 appartamenti, ognuno per 6 persone, nel quartiere “Serricella”, periferia di Rosarno, destinate ai braccianti immigrati e alle loro famiglie, terminate nel 2019 e mai utilizzate, come denunciato più volte da Avvenire. E purtroppo recentemente gravemente vandalizzate.