Oltre al danno, la beffa. I cittadini romani non solo devono sopportare i disagi e i disservizi di una raccolta dei rifiuti ampiamente insufficiente, ma devono anche pagare interamente la Tari come se tutto funzionasse. Per questo Tutti per Roma, Roma per tutti, assieme a Cittadinanzattiva Lazio lancia una group action, cioè una richiesta collettiva di risarcimento della tariffa comunale.
Il comitato civico Tutti per Roma il 20 febbraio aveva organizzato al teatro Palladium un incontro proprio sul tema dei rifiuti. Tecnici, addetti ai lavori, sindacalisti, ex dirigenti e organizzazioni cittadine si erano confrontate producendo proposte confluite nella scheda Romacittàpulita presentata il 7 giugno in Campidoglio: 40 nuovi centri di raccolta di quartiere, tre biodigestori, un termovalorizzatore, cultura del riciclo, riduzione della Tari. Accanto al pacchetto di proposte, Tutti per Roma ora vuole percorrere la strada della richiesta di risarcimento.
Spiega Emma Amiconi, portavoce di Tutti per Roma: «Abbiamo ragionato con i consulenti legali di Cittadinanzattiva Lazio che ci affianca in questa operazione, su quale possa essere la forma più efficace di intervento da parte dei cittadini rispetto alla situazione di emergenza, ormai semi cronica, della raccolta dei rifiuti in città. La proposta emersa è quella di intentare una group action, ovvero una domanda di risarcimento rivolta contro AMA Roma S.p.a. per la mancata raccolta e per l'asporto parziale dei rifiuti nei cassonetti in strada. La finalità, quindi - dice la portavoce di Tutti per Roma - è richiedere la restituzione della tassa sui rifiuti pagata durante il periodo del grave disservizio, almeno in percentuale, che verosimilmente sarà quantificata dal Giudice».
Secondo i legali delle associazioni, la motivazione giuridica si basa sull’inadempimento contrattuale posto in essere da AMA medesima, cioé la mancata raccolta dei rifiuti, a fronte dell’esatto pagamento da parte dei cittadini di quanto dovuto per tale opera. Insomma, i cittadini pagano la tariffa per intero, Ama fornisce un servizio assolutamente parziale.
I promotori dell'iniziativa ricordano però che il pagamento della Tari non deve essere assolutamente interrotto: «L’obiettivo è ottenere la restituzione di parte, o del totale a discrezione del Giudice, dei tributi già pagati dai cittadini per il servizio di gestione e raccolta dei rifiuti».
Gli esperti sostengono che l'appiglio giuridico è nella legge 147/2013, che all’art. 23 comma 2, recita: «La Tari è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa nel caso di mancato svolgimento del
servizio di gestione dei rifiuti nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’Autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente». Lo stesso dice l’ordinanza della Corte di Cassazione n° 22531 del 2017, con cui è stato stabilito che i contribuenti hanno sempre diritto alla riduzione della tassa o alla tariffa rifiuti in caso di grave disservizio e protratto nella gestione della raccolta, indipendentemente dalle cause.
L’azione - fa sapere Tutti per Roma - può essere intentata da ogni cittadino residente in Roma e in rapporto contrattuale con l’Ama. «Chi fosse interessato a procedere in tal senso ci scriva entro e non oltre il 15 luglio al nostro indirizzo mail tuttiperroma@gmail.com, fornendo il proprio recapito telefonico, in modo che sia possibile a strettissimo giro organizzare una o più riunioni con i legali, per eventuali ulteriori chiarimenti e, specialmente, per dare il via all'operazione». Successivamente andranno forniti documento di identità, codice fiscale, copia dell'ultimo pagamento effettuato ad Ama. Le spese legali verranno suddivise e poste a carico di ogni singolo partecipante all’azione giudiziaria. «Se raccoglieremo, come auspico e credo, molte adesioni, il costo sarà molto molto basso». Stessa suddivisione in caso di insuccesso.