Il generale Figliuolo commissario per la ricostruzione - FOTOGRAMMA
Per finanziare la ricostruzione della Romagna alluvionata il Governo sceglie l’azzardo. Non facendo pagare più tasse su questa attività, o usando le corposissime tasse che già incassa (circa 10-11 miliardi all’anno), ma aumentandola, facendo “giocare” di più gli italiani. Così per incassare e distribuire ai territori alluvionati 45 milioni di euro, si farà “giocare” almeno cinque volte tanto.
Più di 200 milioni che usciranno dalle tasche degli italiani ma solo, come detto, 45 finiranno agli alluvionati, la parte di tasse su questi due “giochi”, il resto finirà solo per far ulteriormente ingrassare “azzardopoli”. Lo prevede il decreto-legge 1 giugno 2023, n. 61.
All’articolo 21, comma 4 si legge che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, con propri decreti dirigenziali adottati entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, istituisce estrazioni settimanali aggiuntive di Lotto, Superenalotto, 10eLotto, Simbolotto e SuperStar. Attualmente le estrazioni settimanali sono tre, col decreto si passa a quattro. Con quella del venerdì.
Si comincia dunque oggi e si dovrebbe finire venerdì 29 dicembre. Si dovrebbe. C’è un precedente negativo. Come si legge nell’analisi tecnico normativa che accompagna il decreto, “già in passato e, precisamente, con il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito con legge 24 giugno 2009, n. 77, recante “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile”, si è fatto ricorso ad un aumento dell’offerta di gioco per destinare le maggiori entrate erariali a finalità solidaristiche”. Allora si aumentarono notevolmente le possibilità di azzardo, in particolare slot e vlt, le “macchinette”.
Dovevano finanziare la ricostruzione, ma sono rimaste per sempre, facendo buttare via agli italiani centinaia di miliardi. Certo non a favore dei terremotati. Ora si ripete. Ad essere utilizzate, come detto, saranno solo le tasse. “L’obiettivo della norma in esame - si legge ancora nel documento - , che non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, è conseguire una maggiore raccolta di gioco e, quindi, maggiori entrate erariali”.
Le tasse su Lotto e Supernalotto sono attorno al 20%, ed è dunque esplicito che per incassare quei 45 milioni gli italiani dovranno “giocare” di più, la “raccolta”, sicuramente più di 200 milioni, che si aggiungono ai circa 9 miliardi che già vengono spesi ogni anno, solo per questi due “giochi” (il totale dell’azzardo nel 2022 ha raggiunto quasi i 140 miliardi). Per aiutare i romagnoli qualcuno si rovinerà con l’azzardo. Un gran bel risultato.
Lo denuncia con forza il presidente della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, Luciano Gualzetti. «Il Governo continua a considerare l’azzardo un comparto economico fondamentale dell’economia del Paese, a tal punto che ricorre a queste fonti per reperire ulteriori risorse da destinare alle popolazioni colpite dalle inondazioni». Se dunque è giusto aiutare le popolazioni alluvionate, lo strumento è sbagliato, anzi dannoso. «Le risorse di solidarietà per le famiglie italiane, che hanno pagato con la casa, gli affetti, la dignità, la vita, non possono essere frutto di un circuito che produce indebitamento, usura, criminalità, patologie psico-fisiche, licenziamenti, fallimenti». E che anzi, insiste Gualzetti, «induce gli impoveriti a cercare nell’azzardo la soluzione ai propri problemi economici». Invece, è l’accusa della Consulta, «in questi anni i Governi che si sono succeduti non hanno mai messo mano a una riforma sostanziale del settore che metta al primo posto la salute dei cittadini di natura costituzionale, rispetto a far cassa o agli interessi dei privati, riducendo l’offerta e il consumo dell’azzardo. È accertato che le entrate fiscali negli anni sono diminuite rispetto alla spesa e ai profitti delle aziende, che sono in aumento». Dunque, conclude Gualzetti, «la solidarietà agli alluvionati con le risorse dell’azzardo rischia di alimentare un ciclo vizioso che sposterà solo la povertà da una parte all’altra dell’economia e del Paese, senza mai porre il punto fine. E tutto questo, non solo ha poco di solidale, ma non è degno di un Paese civile e democratico».