Vito Bardi (a sinistra di Matteo Salvini) insieme ai principali esponenti della maggioranza di governo, tra cui spicca la premier Meloni - Ansa
Il fronte lucano segna una nuova sconfitta del centrosinistra, sfibrato dalle liti interne e dalle inchieste pugliesi, e sempre più diviso dalla campagna per le europee. Il voto in Basilicata regala invece una vittoria schiacciante al candidato del centrodestra, il governatore uscente Vito Bardi (sostenuto anche da Iv e Azione), che stacca il principale avversario, Piero Marrese, di circa 12/13 punti (55% contro 43% mentre lo spoglio nella notte è ancora in corso). La performance migliore è quella di Forza Italia, che dopo aver imposto il suo uomo alla coalizione sfonda la soglia della doppia cifra e va verso il 13%. Mentre la Lega si conferma in affanno, ma tutto sommato non crolla, con le rilevazioni della sera intorno al 7,2%. È primo partito ma non brilla secondo le aspettative la formazione della premier, Fdi, che viaggia tra il 16 e il 17%. Ma neanche il Pd sorride, fermo al 14,4%. Crolla invece il M5s: 7,5%, quasi 18 punti in meno rispetto ai voti ottenuti in Regione alle politiche del 2022. Trascurabile, infine, il consenso ottenuto da Eustachio Follia, outsider sostenuto da Volt (1%).
La nota drammatica è l’affluenza (49,80%). Un calo di quasi 4 punti sul 2019, anche se il record negativo in Regione resta quello registrato nel novembre del 2013 (47,6%, ma con elezioni anticipate dopo lo scandalo della “rimborsopoli” lucana).
Il successo di Bardi è netto, messo subito al sicuro grazie all’assenza del ballottaggio e del voto disgiunto (che in Sardegna aveva permesso la vittoria di Alessandra Todde nonostante la sconfitta numerica della coalizione di centrosinistra). La vittoria inizia a maturare già dalla chiusura delle urne, alle 15 di ieri, quando i primi istant poll di Telenorba danno Bardi tra il 53% e il 57%. Il candidato azzurro si chiude nel fortino del suo comitato elettorale, alla periferia di Potenza. Con lui c’è la ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati, e di lì a poco lo raggiunge anche il capogruppo di Fi alla Camera, Paolo Barelli. Quando iniziano a uscire i dati ufficiali del Viminale anche Antonio Tajani, impegnato per il Consiglio europeo dei ministri degli Esteri in Lussemburgo, si lascia andare a un prudente ottimismo («dalle prime proiezioni posso essere soddisfatto»). Ma in serata i giochi sono fatti e Bardi, nonostante manchino ancora metà delle sezioni da scrutinare, esce allo scoperto: «In attesa di un dato più vicino a quello definitivo, si delinea a ogni modo una vittoria chiara della nostra coalizione. Voglio ringraziare i lucani per la fiducia che mi hanno accordato, per la seconda volta. È una grande responsabilità che sento verso tutti loro, anche verso i lucani che non mi hanno votato o che non si sono recati alle urne. Continuerò ad essere il presidente di tutti. Dedico pertanto a tutti i lucani questa vittoria».
Comprensibilmente amaro il commento di Marrese, deluso da «un pezzo del centrosinistra che si è staccato da noi ed è andato a finire lì e gli ha dato la forza per vincere. Aspettiamo i risultati finali – ha poi aggiunto – ma con ogni probabilità il vero vincitore è Marcello Pittella con Azione, che è stato determinante per farli vincere». Positivo, intorno al 10%, seconda forza del centrosinistra, il risultato di Basilicata casa comune: Angelo Chiorazzo, inizialmente indicato come candidato governatore, sarà consigliere regionale, quasi ai livelli di Pittella a Potenza.