L'interno della chiesa di Ca' de Caroli, profanata da ignoti vandali
Il tabernacolo forzato e fatto a pezzi, con la dispersione a terra dei vasi sacri e delle specie eucaristiche e la distruzione di altre suppellettili liturgiche, una statua di Maria decollata, muri imbrattati, arredi devastati. È la profanazione accaduta, presumibilmente nella notte tra domenica 29 e lunedì 30 agosto, nella chiesa campestre di Ca' de Caroli in Scandiano (Reggio Emilia), anche se il luogo non è dotato dell'impianto di videosorveglianza ed è frequentato solo alcuni giorni la settimana, sicché il sacrilegio è stato scoperto solo alcuni giorni dopo. I vandalismi hanno colpito dapprima i locali parrocchiali, da cui è partita l'effrazione, poi la chiesa e la sagrestia, dove gli ignoti responsabili hanno anche bivaccato. Un vile sfregio al sentimento religioso di tanti. Pronta la reazione della Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, che ha parlato di cieca violenza. Il vescovo Massimo Camisasca, appena informato degli atti sacrileghi, ha espresso profondo rammarico e invitato i sacerdoti e i fedeli della Diocesi a stringersi idealmente intorno alla comunità di Ca' de Caroli e al suo parroco, don Quirino Bertoldi, elevando preghiere per la riparazione e per il pentimento degli autori, rammentando come la profanazione, dal punto di vista canonico, comporti automaticamente la scomunica per quanti hanno compiuto tali insani gesti. Il pastore della diocesi emliana ha annunciato la sua visita nella chiesa di Ca' de Caroli per guidare domenica 5 settembre alle 16.30 la preghiera di riparazione e presiedere la santa Messa alle 17, l'unica celebrazione eucaristica festiva per le comunità di Ca' de Caroli e Ventoso; l'edificio di culto verrà riaperto in occasione di questa liturgia.
Unanime la condanna da parte di tutta la comunità civile, a partire dal sindaco Matteo Nasciuti, che si sta mobilitando per manifestare solidarietà concreta alla parrocchia. E immediate le prime indagini, affidate ai Carabinieri di Scandiano, alle prese con le analisi delle tracce lasciate dai delinquenti. Pare potersi escludere il movente del furto – nulla risulta sottratto – mentre, considerato il brutale accanimento, è più probabile che si tratti di un'azione deliberata contro la Chiesa.