Perché domenica si vota in Lombardia e in Veneto il 22 ottobre?
I cittadini lombardi e veneti saranno chiamati a esprimersi sul tema dell’autonomia, con seggi aperti dalle 7 alle 23. Si tratta di referendum consultivi, con i quali si chiede un parere agli elettori (e quindi senza alcun effetto concreto immediato). La natura dei quesiti è nel totale rispetto della nostra Costituzione (al contrario di quanto avvenuto in Catalogna, per citare un caso recente, con la Corte costituzionale spagnola che ha definito illegale il voto del primo ottobre di Barcellona).
Serve il quorum? In Veneto sì, in Lombardia no
I quesiti nelle due regioni più ricche d’Italia differiscono lievemente, a partire dal quorum: in Veneto la legge regionale prevede una soglia del 50% più uno per i referendum consultivi, mentre in Lombardia non è previsto quorum. A livello di spesa si stima che il referendum lombardo arriverà a costare circa 50 milioni di euro, mentre solo 14 milioni il costo in Veneto. Al Pirellone hanno accantonato oltre 22 milioni di euro per l’acquisto di nuovi tablet: sarà infatti sperimentato in questa occasione, e per la prima volta in Italia, il voto elettronico.
In caso vincesse il «sì» al referendum sull'autonomia cosa cambierà in Veneto e Lombardia?
Nel caso di vittoria dei “sì”, nell'immediato non cambierà nulla. Dal 23 ottobre i due governatori potranno avviare una trattativa con il governo nazionale per negoziare maggiori competenze, negli ambiti limitati dall’articolo 117 della Costituzione. La trattativa poteva essere avviata anche senza indire un referendum (come ha fatto in questi giorni, per esempio, il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini).
Le due Regioni potrebbero diventare a statuto speciale?
No, questo non è in discussione. Lombardia e Veneto infatti non potrebbero diventare due Regioni a statuto speciale come Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (quest’ultima, in realtà, è costituita dalle province autonome di Trento e Bolzano). Per fare ciò, infatti, sarebbe necessaria una modifica costituzionale. Ma le Regioni tratteranno il trasferimento di maggiori competenze dallo Stato e, di conseguenza, più fondi. L’art. 117 della Costituzione fissa le 20 materie concorrenti e le tre esclusive dello Stato per cui le Regioni possono in parte chiedere più autonomia. Queste ultime sono: giustizia e norme processuali, ordinamento civile e penale e giustizia amministrativa; norme generali sull'istruzione; e tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. Sono, invece, materie di competenza esclusiva dello Stato, tutte quelle che riguardano: fisco, difesa e sicurezza, immigrazione e previdenza sociale.